Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Politica
  • Opinioni
  • Home » Opinioni

    Se hai la febbre non voti. Così però il referendum rischia di essere falsato

    Di Luca Telese
    Pubblicato il 1 Set. 2020 alle 12:14 Aggiornato il 1 Set. 2020 alle 12:15

    L’ultima follia è questa: il diritto di voto è a rischio causa virus. Sembra impossibile. Tuttavia, per quanto possa apparire strano è quello che risulta dal protocollo anti-contagio appena varato ed elaborato dai ministeri dell’Interno e della Sanità per il voto congiunto di settembre. L’idea che una misura amministrativa inibisca l’ingresso ai seggi a chiunque presenti sintomi di febbre o sia in quarantena è l’ultimo paradosso partorito dallo spirito dell’emergenza nel tempo del Covid, un assurdo costituzionale. Se sei quarantenato non voti. Se hai la febbre non voti. Se hai il raffreddore non voti.

    Ma la perla è che tutto questo deve avvenire “per autocertificazione”, dal momento che non è prevista misurazione della temperatura al seggio. Il che significa che se sei malato perdi il tuo diritto di voto, ma solo sei sei coscienzioso e se ti autodenunci. Se invece non dimostri spirito civico e sei infetto, contagiato o malato, e vai comunque al voto, nessuno ti ferma. Questo accadrà sia per le elezioni regionali che per il referendum costituzionale. Follia. Non solo perdono il diritto al voto quelli che sono confinati a domicilio in quarantena, non per loro colpa, ma per una precisa richiesta della pubblica autorità, ma indirettamente anche coloro che – dato questo fattore rischio – magari penseranno che fare la fila in un seggio sia un rischio che non possono correre per la loro salute: gli immunodepressi, gli anziani, i più fragili, ad esempio.

    È evidentemente una cosa senza senso: è chiaro che il diritto al voto deve essere garantito malgrado l’epidemia. Tenendo conto che è un diritto sacro, soprattutto in caso di un referendum Costituzionale. Fra l’altro si tratta di un referendum senza quorum. Quindi ogni voto è determinante, e ogni voto che manca all’appello diventa doppiamente determinante. Lo Stato, e quindi il governo, che devono garantire la libertà di espressione e il diritto elettorale, adesso hanno solo due possibilità: o consentono il diritto al voto in ogni caso (ad esempio con una variante del voto postale, come accade per gli italiani all’estero) oppure dovrebbero sospendere la consultazione (come è già accaduto durante il lockdown). In qualsiasi altro modo si procedesse, invece, con queste regole, e per i motivi che ho detto, sarebbe un voto falsato.

    Leggi anche: 1. Taglio parlamentari, il costituzionalista Ceccanti a TPI: “Chi votò Sì alla riforma Renzi dovrebbe rifarlo oggi. Ma preferisce attaccare il M5s” / 2. La politologa Urbinati a TPI: “Taglio dei parlamentari? Così il M5S favorisce la casta” / 3. Taglio dei parlamentari: ecco cosa prevede la riforma e come funziona il referendum 4. / Referendum, Nespolo (Anpi) a TPI: “Tagliare i parlamentari per risparmiare? No, si riducano gli stipendi” / 5. Referendum, il costituzionalista Clementi a TPI: “Tagliare il numero dei parlamentari non basta: vi spiego perché” 

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version