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    Sui migranti? “Mai più soli”. Grazie a una donna. Che in un solo mese ha fatto molto più della propaganda di Salvini (di Giulio Gambino)

    Luciana Lamorgese e Matteo Salvini

    L'editoriale del direttore di TPI

    Di Giulio Gambino
    Pubblicato il 24 Set. 2019 alle 10:09 Aggiornato il 27 Set. 2019 alle 15:39

    Per un anno ci hanno ripetuto che i porti erano chiusi (falso) e che finalmente era stata fermata l’immigrazione (ancora più falso). Pura propaganda politica fatta sulla pelle dei migranti.

    I flussi migratori non sono il problema numero uno in Italia, nemmeno il numero due-tre-quattro se è per questo, ma la paura dell’uomo nero eccita da sempre gli animi dei politici e degli elettori bianchi.

    E allora giù di Decreti sicurezza, uno e Bis; accuse e minacce alle Ong che operano nel mare perché costrette a farlo, in assenza di un corridoio umanitario e di accordi bilaterali tra i paesi interessati; divieti e restrizioni a chi salva vite umane.

    Ma nei palazzi d’Europa, laddove la politica che conta si fa per davvero, nessun italiano si era mai fatto sentire. Prima d’ora. Ve lo ricordate? L’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini nemmeno ci andava ai vertici sulla ripartizione dei migranti.

    Parlava, da Facebook, e diceva tutto e il contrario di tutto: ordinava porti chiusi, costringeva migranti a bordo per settimane senza farli sbarcare, faceva il ministro dell’Interno, degli Esteri e delle Infrastrutture.

    Chiedeva pieni poteri. Salvo poi non andarseli a prendere per davvero. È bastato poco meno di un mese e una donna, esperta in materia, muso duro e testa bassa, ha fatto finalmente sentire la sua voce.

    Che dico: la voce dell’Italia. È molto più importante una giornata come quella di ieri, lunedì 23 settembre 2019, che gli ultimi 14 mesi passati da Salvini a strimpellare su migranti, Ong e pirati coraggiosi in mare che forzano blocchi navali.

    E così, nel corso di un importante vertice tra i ministri dell’Interno di 5 paesi europei, è infatti stato raggiunto un accordo, a La Valletta, in cui, in estrema sintesi, si può dire che d’ora in poi sui migranti Italia e Malta non saranno più sole nell’affrontare il fenomeno dei flussi migratori nel Mediterraneo.

    L’accordo introduce infatti una rotazione volontaria dei porti di sbarco, non solo quando quelli di Italia e Malta sono saturi. La redistribuzione dei migranti su base obbligatoria verrà stabilita in base a quanti dei 28 paesi dell’Ue parteciperanno all’intesa.

    L’accordo stabilisce inoltre tempi “molto rapidi” (4 settimane) per i ricollocamenti e, soprattutto, la redistribuzione di tutti i richiedenti asilo e non solo di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato.

    Una volta decisa la quota da ridistribuire, i migranti verranno inseriti direttamente nella banca dati del paese di destinazione e non in quella del paese di primo approdo.

    “Quello che è avvenuto oggi a Malta è molto importante, un primo passo concreto per un approccio di vera azione comune europea”, ha detto la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese a Malta.

    “Ho trovato un clima davvero positivo perché la politica migratoria va fatta insieme agli altri stati. Noi abbiamo sempre detto che chi arriva a Malta e in Italia, arriva in Europa. E oggi questo concetto fa parte del comune sentire europeo. Da oggi Italia e Malta non sono più sole, c’è la consapevolezza che i due paesi rappresentano la porta d’Europa”, ha detto la ministra.

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