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    “Il governo non durerà a lungo”: il timore dei banchieri per la tenuta dell’esecutivo

    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 7 Feb. 2022 alle 12:28 Aggiornato il 7 Feb. 2022 alle 13:17

    I poteri forti stanno mollando Super Mario? Giammai, però comincia a serpeggiare una certa delusione nei confronti dell’ex numero uno della Bce. Il “sentiment” dei grandi banchieri e della finanza milanese che conta è decisamente pessimista sulla durata del governo Draghi: pochi scommettono su una durata oltre settembre/ottobre.

    Molti pensano che si voterà addirittura a giugno o che comunque le prime vere scosse telluriche per il governo Draghi cominceranno ad avvertirsi con l’arrivo dell’estate. In più si teme il rompete le righe dal 24 settembre, quando la classe politica avrà maturato il diritto al “vitalizio”.

    “In questi ultimi mesi il governo è apparso stanco, fermo sulle gambe in attesa dell’elezione del Quirinale, quando invece avrebbe dovuto correre” spiega un banchiere di lungo corso. La cosa più peculiare di tale pessimismo è proprio quella che dovrebbe essere la forza maggiore di Mario Draghi, ovvero la gestione dell’economia che viene invece considerata, in questa fase, “lenta e confusa” con il Pnrr che tarda ad essere completato, con la sostanziale passività verso l’incredibile aumento delle bollette energetiche e non solo; con il Mef che prima elabora una norma molto liberale sui bonus fiscali e poi invece blocca tutto senza alcuna transitorietà mettendo in grande imbarazzo il sistema bancario; per non parlare poi della confusione sulla vicenda Monte dei Paschi di Siena.

    Insomma, Super Mario è uscito dalla sconfitta del Quirinale indebolito anche come capo del governo. Del resto un “tecnico “ che non fa riferimento ad una parte politica si regge solo sulla sua “reputation “ e se questa traballa , sono dolori. L’ex presidente Bce lo sa bene, tanto che alla fine dei travagliati giorni dell’elezione per il Colle stava già sondando il terreno per procedere con le forze politiche ad un “tagliando” di governo per responsabilizzare la maggioranza e scegliere “pochi punti ma buoni” da portare avanti sino alla fine della legislatura.

    Ipotesi che però è stata subito stoppata del rieletto inquilino del Colle: “Attento Mario, meglio non toccare nulla perché altrimenti viene giù tutto”. Il rischio, tuttavia, è che venga giù tutto comunque.

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