Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Opinioni
  • Home » Opinioni

    La morte di Giulio Regeni è una preoccupazione stagionale. E adesso siamo fuori stagione

    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 18 Ago. 2019 alle 14:49 Aggiornato il 27 Set. 2019 alle 16:22

    La morte di Giulio Regeni è una preoccupazione stagionale. E adesso siamo fuori stagione

    Si sa che scrivere di Giulio Regeni o di scomparsi o di morti ammazzati nel pieno d’agosto non è appetibile e forse è anche poco interessante. Del resto Giulio è sempre rimasto nell’ombra di qualcosa di più importante e figurati se la crisi di governo simulata dal Capitano Salvini non riesce a essere l’ennesima cenere sotto cui soffocare le notizie che sono ritenute ripetitive.

    Sì, perché, se ci pensate bene, la morte di Giulio Regeni è diventata talmente ripetitiva che qualche pezzo della nostra classe dirigente ci vorrebbe convincerci che siamo a posto così: si mettano il cuore in pace i genitori, gli amici e tutti coloro che vorrebbero un po’ di verità. Così passano sotto traccia tutte le parole spese a vuoto, tutte le promesse scadute nel giro di qualche giorno e tutta l’ipocrisia di chi ha trasformato Giulio in un santino da mettere ciclicamente sulla propria bacheca per fare incetta di qualche voto senza occuparsi del suo corpo e di tutto quel “male del mondo” che aveva addosso.

    Chissà ad esempio se l’ex presidente del consiglio Paolo Gentiloni un po’ non si è pentito di avere rimandato l’ambasciatore italiano Gianpaolo Cantini in Egitto confidando in una “ritrovata collaborazione” con l’Egitto.

    Gentiloni, era il 14 agosto di due anni fa, promise l’arrivo di una figura che affiancasse l’ambasciatore per la cooperazione dell’attività giudiziaria: mai visto, mai arrivato, niente di niente. E fu lo stesso Gentiloni che promise lo stop alle forniture militari e agli accordi commerciali finché non fosse arrivata la verità: la verità non è arrivata e in compenso il commercio con l’Egitto registra addirittura un’impennata. Evviva.

    E poi si potrebbe continuare con quelli venuti dopo, da Di Maio al premier Conte, tutti protesi a promettere un impegno che è rimasto parola scritta, qualche frase buona per i comunicati stampa e per le foto di rito. Intanto gli scambi commerciali sono aumentati del 7 per cento mentre la giustizia per la morte di Regeni rimane sempre sullo zero assoluto.

    E chissà se qualcuno avrà voglia di ascoltare l’allarme dell’avvocatessa di famiglia Alessandra Ballerini che racconta come la situazione dei rapporti tra Italia ed Egitto non sia “mai stata così negativa”. Per questo si chiede all’Italia di ritirare l’ambasciatore come segnale forte. Ma niente. È estate. C’è il mare. C’è la crisi di governo. La morte di Giulio è una preoccupazione stagionale. Siamo fuori stagione.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version