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    Fabio Fazio vince la prova del Nove: a mangiarsi le mani è la Rai

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 16 Ott. 2023 alle 13:28 Aggiornato il 16 Ott. 2023 alle 14:53

    “Siamo sempre noi, non è cambiato nulla”, dice un sorridente Fabio Fazio in apertura della ventunesima edizione di Che tempo che fa, la prima sul canale Nove, dopo la storica rottura con la Rai e l’approdo del conduttore ligure sulle sponde di Warner Bros. Discovery. E in effetti il programma è di fatto identico a quello che il pubblico ha apprezzato per anni sulle reti del servizio pubblico. Che tempo che fa si conferma uno degli show più garbati e necessari della nostra televisione, unico nel suo genere, capace di mixare informazione, grandi ospiti e sano intrattenimento.

    Gli ascolti del debutto sono clamorosi. Dopo mesi di polemiche, Fazio raccoglie 2.608.000 telespettatori con il 13% di share, considerando il simulcast su tutte le reti del marchio Discovery. Numeri record (è il programma più visto di sempre sui canali del gruppo), grazie ai quali Che tempo che fa supera tutte le reti generaliste tranne Rai 1.

    Come dicevamo, sin dall’inizio si capisce che le differenze, o se preferite le novità, rispetto all’epoca Rai sono poche. In sintesi potremmo dire che l’unica cosa diversa è il logo di rete in alto a sinistra sullo schermo. Tanto che qualcuno potrebbe storcere il naso, aspettandosi qualche innovazione in più. Ma Fazio preferisce puntare su una macchina dall’ingranaggio perfetto, rodatissima, e che proprio per questo non ha bisogno di stravolgimenti.

    Identico è il cast, con la fedele spalla comica Luciana Littizzetto e la garbata presenza di Filippa Lagerback. Molto simili anche lo studio e l’immancabile scrivania con l’acquario, solo un po’ più piccoli rispetto a quelli di mamma Rai. Non mancano poi molti dei personaggi noti di quel gioiellino fatto di puro cazzeggio e grande scrittura che è Il Tavolo, come Francesco Paolantoni, Mara Maionchi e Simona Ventura. C’è persino Marco, il signore del pubblico con la sua inconfondibile sonora risata. Tra le poche novità, l’anteprima di Che tempo che farà con quel genio surreale che è Nino Frassica e la presenza di Ornella Vanoni con il suo diario.

    Insomma, per Fazio è buona la prima, sia in termini di numeri che di qualità del prodotto. Anche sul Nove, infatti, il livello degli ospiti è altissimo: David Grossman, Andriy Shevchenko, i collegamenti con la CNN e soprattutto la lucidità e il pensiero di Liliana Segre, per un vero momento di servizio pubblico fatto su una tv commerciale. La sensazione è che Fazio e Littizzetto, in questa loro nuova casa, si sentano più liberi e sereni, pronti a togliersi qualche sassolino dalle scarpe, dopo anni di polemiche e pressioni.

    La qualità e la capacità di racconto restano dunque il marchio di fabbrica di Che tempo che fa, nonostante sui social non manchino le critiche di qualche hater. Qualcosa potrà essere migliorato a livello tecnico, come l’audio non sempre impeccabile e una fotografia che a tratti ha lasciato a desiderare, con le luci che in alcune inquadrature trasformavano gli abiti blu in viola.

    L’obiettivo per Discovery, dopo il grande investimento su Fazio, è quello di far entrare il tasto nove del telecomando nelle abitudini degli italiani. Una rete che ancora fatica a trovare una sua identità e un palinsesto strutturato, se si esclude lo show comico di Maurizio Crozza. In generale la sensazione è che si vada verso un ampliamento dell’offerta generalista, come conferma anche la vitalità di Tv8, che da oggi propone la seconda edizione di Gialappa’s Show.

    Ma a mangiarsi le mani è soprattutto la Rai, che ha rinunciato così a un programma davvero di servizio pubblico. E anche Report, ieri sera in onda su Rai 3, ne ha risentito in termini di ascolti, calando rispetto alla precedente puntata. La cosiddetta TeleMeloni d’altronde sta registrando diversi flop: dal Mercante in Fiera di Pino Insegno ad Avanti Popolo di Nunzia De Girolamo, che questa settimana si affiderà agli scoop di Fabrizio Corona per cercare di alzare lo share. Sic transit gloria mundi.

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