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    Draghi vuole il Quirinale: la conferma arriva dalle parole del suo ministro più fidato, il leghista Giorgetti

    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 27 Set. 2021 alle 09:54 Aggiornato il 27 Set. 2021 alle 10:48

    Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, in un’intervista a La Stampa spiega stamattina che “la vera discriminante politica per i prossimi sette anni è che cosa fa Draghi. Va al Quirinale? Va avanti col governo? E se va avanti con chi lo fa?”.

    “Io – continua – vorrei che rimanesse lì per tutta la vita. Il punto è che non può. Perché appena arriveranno delle scelte politicamente sensibili la coalizione si spaccherà. A gennaio mancherà un anno alle elezioni e Draghi non può sopportare un anno di campagna elettorale permanente”.

    Fino ad oggi non si è preoccupato dei partiti. “Da gennaio la musica sarà diversa. I partiti smetteranno di coprirlo e si concentreranno sugli elettori”. Morale: “L’interesse del Paese è che Draghi vada subito al Quirinale, che si facciano subito le elezioni e che governi chi le vince”.

    Dopodiché cambierebbe il ruolo del Quirinale: “Draghi diventerebbe De Gaulle”. Forse questo Parlamento è pronto a eleggere il nuovo De Gaulle: “Non lo so, ma questo è l’interesse del Paese”, ha concluso Giorgetti.

    Insomma, finalmente Mario Draghi esce allo scoperto, forse per spazzare via i rumors delle ultime ore che lo volevano disponibile a rimanere sulla poltrona di Palazzo Chigi. E lo fa attraverso il ministro più fidato. Già, perché è difficile se non impossibile pensare che il più importante ministro “politico” del governo Draghi rilasci un’intervista del genere su una tematica tanto complessa quanto delicata come il Quirinale senza aver prima avvisato o addirittura concordato il tutto con il proprio “datore di lavoro”.

    Anche perché chi conosce bene Super Mario sa perfettamente che non ama le sorprese. D’altra parte che il vero desiderio di Mario Draghi fosse il Quirinale lo scriviamo da tempo. Così come abbiamo più volte evidenziato che l’ex presidente BCE non è disposto a farsi logorare dai partiti nell’anno che porta al voto o per dirla come Giancarlo Giorgetti “Draghi non può sopportare un anno di campagna elettorale permanente”.

    Insomma, molto meglio salire al Quirinale. C’è una cosa però sulla quale siamo in grado di smentire Giorgetti, cioè quando parla dell’ipotesi Colle per Pier Ferdinando Casini (“non escluderei Casini: è amico di tutti, no?”). Ebbene, non è amico di tutti come crede GG tanto che dal PD di una sua ascesa al Quirinale non ne vogliono proprio sentir parlare: “Casini è troppo Renzi. Anzi, è Renzi. È la Boschi senza tacchi. Nel Pd lo vota solo Marcucci e qualche ex renziano. Mi sembra molto difficile, se non impossibile, che vada Casini” spiega un big del Nazareno dopo aver letto l’intervista mattutina del ministro dello sviluppo economico. Insomma, il Pd boccia Casini su tutta la linea.

    D’altra parte al Nazareno, anche se ufficialmente si è imposta la linea del “no comment, si aspetta gennaio per parlare”, c’è una parte che vedrebbe bene Draghi al Quirinale. Con buona pace di Mattarella. Su questa linea non c’è solo Bettini, ma anche big vicini al segretario Letta. Che in questo modo si troverebbe a fare le liste e finalmente potrebbe sbarazzarsi di quel pezzo di partito renziano che continua quotidianamente a mettergli i bastoni fra le ruote. Meno di quanto fatto durante la Segretaria Zingaretti, ma comunque ogni giorno ed in maniera fastidiosa.

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