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    Ancora decidere di non decidere (di M. Cirinnà)

    Quella discussa nel Consiglio regionale del Veneto era solo una buona legge per evitare che, almeno in Veneto, ogni ASL si muovesse senza una linea guida sul fine vita. Non serve che il collega Delrio si autosospenda perché di fatto lui e tutto il Parlamento sono autosospesi dall’unico dovere che hanno i parlamentari: dare risposte ai cittadini che chiedono diritti

    Di Monica Cirinnà
    Pubblicato il 20 Gen. 2024 alle 13:06 Aggiornato il 20 Gen. 2024 alle 13:06

    Leggo su Avvenire, senza stupirmi, le parole del senatore Delrio in versione “governativa”: vittimismo e disinformazione, quasi underdog. Minaccia di autosospendersi.

    Ecco i fatti reali, senza mistificazioni: la consigliera regionale Pd del Veneto, Bigon, decide di astenersi sul fine vita, allineata con la destra estrema. Non rispetta l’indicazione di uscire dall’aula, datale dal gruppo visti i suoi dubbi di coscienza. La sua astensione provoca il risultato della bocciatura – per un solo voto! – di una norma di civiltà, così assicurando il risultato voluto dalla destra bigotta e oscurantista. Il suo comportamento è stato criticato anche dai vertici del Partito, ma non mi pare siano state minacciate sanzioni.

    Quella discussa nel Consiglio regionale del Veneto – e sostenuta anche da Zaia, non un pericoloso anticlericale – era solo una buona legge per evitare che, almeno in Veneto, ogni ASL si muovesse senza una linea guida: una legge di mera attuazione di un diritto fondamentale già riconosciuto da ben due pronunce della Corte costituzionale e oggi attuato a macchia di leopardo, in assenza di una legge nazionale.

    Non serve che il collega Delrio si autosospenda perché di fatto lui e tutto il Parlamento sono autosospesi dall’unico dovere che hanno i parlamentari: dare risposte ai cittadini che chiedono diritti. Inoltre lui stesso dice che c’è una proposta depositata del Senatore Bazoli, che peraltro è lo stesso testo approvato dalla Camera nella scorsa legislatura e insabbiato in Senato: un testo che è già il risultato di un compromesso al ribasso (e se ne dovrebbe tenere conto, prima di dire che è la linea del PD!). Ad ogni modo, se ne chieda la calendarizzazione e su questo ci si confronti. Non mi pare che Delrio si batta perché questo accada.

    Nel merito stiamo parlando di una legge di libertà: a nessuno sarà imposto di morire, piuttosto sarà data libertà a chi si trova in stato terminale accertato dalla sanità pubblica di morire con dignità. Ricordo, infine, che l’ultimo rapporto Censis ha evidenziato che il 74% degli italiani è favorevole all’eutanasia, che è ben altro dalla legge sul fine vita di cui si discute.

    Prendere in considerazione questo dato è davvero troppo per i nostri gattopardi? O forse c’è anche altro, visto che in queste ore sento altre autorevoli voci provenienti dallo stesso campo? Colpire l’attuale maggioranza del PD? Il solito fuoco amico contro lo stato maggiore nell’attesa del solito ritorno messianico necessario per rovesciare il tavolo? Dare ragione alla buonanima di Andreotti non è da me, ma davvero a pensar male qualche volta ci si azzecca!

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