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    “Il reddito di cittadinanza incentiva il lavoro nero”: l’allarme delle imprese

    È il risultato di un sondaggio di Unimpresa che ha chiesto a una parte delle proprie associate una valutazione della misura di integrazione al reddito pensata dal Movimento 5 stelle

    Di Massimo Ferraro
    Pubblicato il 12 Nov. 2018 alle 16:20 Aggiornato il 21 Apr. 2019 alle 16:15

    Il reddito di cittadinanza è una misura di integrazione al reddito dei beneficiari fino ai 780 euro al mese, la soglia di povertà in Italia stabilita dall’Istat, in base a specifici requisiti.

    A settembre 2018 il reddito di cittadinanza è entrato ufficialmente nella nota di aggiornamento del Def. (Qui tutti le ultime notizie sul reddito di cittadinanza). 

    Il reddito di cittadinanza potrebbe vedere la luce da marzo o aprile 2019Qui tutto quello che c’è da sapere sulla manovra da 37 miliardi approvata, dopo giorni di tensioni, dal Consiglio dei ministri la sera di lunedì 15 ottobre e inviata alla Commissione europea.

    I beneficiari saranno 4,5 milioni di persone. Non saranno però individuati sulla base della dichiarazione dei redditi, ma in base all’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee). Qui i requisiti Idee per ottenerlo.

    Lavoro nero – Ma la norma potrebbe incentivare il lavoro nero. O almeno questo è l’allarme di Unimpresa, che ha fatto un sondaggio tra le oltre 100mila associate.

    Lavorare in nero avrebbe vantaggi sia per il datore di lavoro che per il lavoratore. Secondo le imprese, chi percepisce uno stipendio uguale o inferiore a 1.000 euro al mese sarebbe ben disposto ad accettare il licenziamento, percepire il reddito di cittadinanza e continuare a lavorare in nero.

    I datori di lavoro risparmierebbero dal 30 al 60 per cento sul costo del lavoro, allo stesso modo i lavoratori avrebbero i 780 euro di reddito di cittadinanza più 400-500 euro in nero.

    Identikit – I settori in cui si potrebbero verificare in assoluto più casi sono quelli del commercio, del turismo, agricoltura, servizi di manutenzione e di pulizia.

    Secondo le aziende, l’identikit del lavoratore più interessato ad accettare di essere pagato in nero sarebbe chi lavora part-time e guadagna fino a 1.000 euro.

    Altro fattore di distorsione potrebbero essere le agenzie per il lavoro che dovranno offrire opportunità di lavoro ai beneficiari del reddito di cittadinanza, perché non è ancora chiaro come verranno strutturate.

    “La misura sul reddito di cittadinanza ha un presupposto importante e condivisibile – ha commentato i presidente di Unimpresa Giovanna Ferrara – è evidente però che le distorsioni sono facilissime e a portata di mano”.

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