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    Caso Orlandi, le ossa trovate in Nunziatura non sono di Emanuela: “Appartengono a un uomo e sono precedenti al 1964”

    Emanuela Orlandi

    Le ossa ritrovate a fine ottobre nell'edificio di proprietà del Vaticano risalgono a 100 anni fa secondo i risultati delle prime analisi

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 23 Nov. 2018 alle 14:40 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:56

    Le ossa ritrovate il 30 ottobre 2018 nella sede della Nunziatura Apostolica, un edificio di proprietà del Vaticano, non appartengono a Emanuela Orlandi né a Mirella Gregoriri, ma risalirebbero a oltre 100 anni fa. (qui la ricostruzione del caso Orlandi)

    Secondo quanto emerso dalle prime analisi, che hanno permesso di isolare il Dna dai resti, le ossa presenterebbero il il cromosoma Y, quello che caratterizza il sesso maschile.

    Gli esami sono stati eseguito col metodo del carbonio 14 sui resti della calotta cranica mentre le analisi del radio sono state eseguiti in laboratori specializzati a Caserta.

    Dai primi risultati emerge una datazione anteriore al 1964: cade quindi definitivamente la possibilità che appartengano a Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, le due ragazze romane scomparse nel 1983.

    Inoltre, bisognerà aspettare ancora di più per avere un responso dettagliato sul Dna: a causa dello stato delle ossa è difficile riuscire a estrarre il materiale genetico.

    Secondo la polizia, i risultati degli esami sono indispensabili per escludere definitivamente che le ossa ritrovate appartengano alle due ragazze scomparse nel 1983.L

    La reazione della famiglia Orlandi – Il consulente legale della famiglia Orlandi, l’avvocato Laura Sgrò, dopo aver confermato a Chi l’ha visto? la notizia che le ossa trovate nella Nunziatura vaticana non possono essere né di Emanuela Orlandi né di Mirella Gregori, ha invitato alla cautela.

    Dai primi esami della polizia scientifica risulta che si tratta di ossa appartenenti a un individuo maschile e antecedenti alla scomparsa delle ragazze, databili a prima del 1964.

    Il legale ha dichiarato che si tratta solo di un primo riscontro e i risultati di esami non ancora completi. Per Sgrò, dunque, bisogna aspettare che tutti gli esami scientifici siano compiuti prima di pronunciare la sentenza. Solo l’esame genetico potrà risolvere completamente ogni dubbio.

    Il ritrovamento delle ossa – Nel pomeriggio di martedì 30 ottobre 2018, alcune ossa erano state trovate negli scantinati della sede della Nunziatura apostolica di via Po a Roma, un edificio di proprietà del Vaticano.

    In un primo momento si era ipotizzato che si trattasse dei resti di Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa a Roma nel 1983 quando aveva 16 anni, o di Mirella Gregori.

    Da un primo esami dei resti, e in particolare dalle ossa del bacino, era infatti emerso che si trattava di un corpo di donna.

    Inoltre, il 6 novembre 2018 erano state trovate altre ossa sempre nella sede della Nunziatura.

    La Procura di Roma ha aperto un’indagine per omicidio e anche il Vaticano ha svolto degli accertamenti.

    A seguito del ritrovamento Laura Sgrò, avvocato della famiglia Orlandi, aveva affermato: “Chiederemo alla Procura di Roma e alla Santa Sede in che modalità sono state trovate le ossa e come mai il loro ritrovamento è stato messo in relazione con la scomparsa di Emanuela Orlandi o Mirella Gregori. Il bollettino emesso ieri sera dalla Santa Sede fornisce poche informazioni”.

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