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    Macron annuncia tagli fiscali da 24 miliardi. Di Maio: “Facciamo come loro”

    Creidt: Afp

    Il presidente francese dichiara che il governo realizzerà un taglio delle tasse pari a 24,8 miliardi di euro: 19 miliardi per le imprese e 6 miliardi per le famiglie

    Di Marta Facchini
    Pubblicato il 24 Set. 2018 alle 20:43 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 23:52

    Il presidente francese Emmanuel Macron annuncia una maxi-manovra che prevede un taglio delle tasse pari a 24,8 miliardi di euro. L’obiettivo del governo è creare nuovi posti di lavoro e rilanciare il potere d’acquisto delle famiglie per il prossimo anno.

    Nel dettaglio, le tasse sulle famiglie saranno ridotte di 6 miliardi di euro, quelle alle aziende di 18,8 miliardi. Per finanziare la misura, si prevede un aumento del deficit dal 2,6 per cento del Pil di quest’anno al 2,8 per cento l’anno prossimo, a fronte di una crescita stimata per il 2019 all’1,7 per cento.

    “Saremo sotto al 3 per cento per il terzo anno consecutivo e non accadeva dal 2000”, ha detto il portavoce del governo Benjamin Griveaux.

    Il ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, ha spiegato che “l’obiettivo di lungo termine della manovra è costruire una nuova prosperità a beneficio di tutti i francesi e di tutti i territori. Questa prosperità non deve basarsi su più spesa pubblica e più tasse ma su una maggiore creazione di valore”.

    Meno entusiasta, invece, l’opposizione che liquida la manovra come “un’operazione mediatica”. Per il segretario socialista Olivier Faure, il governo “dà con una mano per recuperare con l’altra”.

    “Il problema è che quanto percepiscono i francesi non corrisponde alle cifre del governo”, dichiara il repubblicano Eric Woerth, che definisce “disordinata” la nuova finanziaria di Macron.

    Un commento sulle dichiarazioni del presidente francese è arrivato anche dal vicepremier Di Maio, dopo l’incontro nello stabilimento Ilva di Genova Cornigliano sull’aggiornamento dell’accordo di programma sullo stabilimento genovese. “Possiamo fare anche meglio di Macron, meno del 2,8 per cento. Se la Francia fa il 2,8 per cento è perchè una serie di dogmi europei sono ormai superati. Il tema per noi non è ‘fare piu’ o meno’ nel rapporto deficit/Pil ma è il fabbisogno che serve a finanziare misure non più rinviabili”.

    Sul rapporto deficit/Pil, contenuto nella prossima Legge di Bilancio, ha aggiunto Di Maio, “possiamo andare fin dove ci serve per finanziarie le misure”.

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