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    Dolce e Gabbana si scusano pubblicamente per lo spot razzista in Cina | VIDEO

    Dolce e Gabbana si scusano in video dopo le polemiche per la campagna razzista in Cina

    "Non succederà mai più", le scuse pubbliche dei due stilisti dopo le polemiche sulla loro ultima pubblicità per il mercato cinese

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 2 Dic. 2018 alle 07:35 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:49

    I media cinesi hanno diffuso il video in cui gli stilisti italiani Dolce & Gabbana si scusano pubblicamente dopo le polemiche per l’ultima campagna pubblicitaria accusata di razzismo, sessismo e poco tatto nei confronti della cultura cinese.

    Lo spot ha causato un grande danno al made in Italy, con l’annullamento dell’ultima sfilata Dolce e Gabbana a Shanghai e la rimozione dalle principali piattaforme di e-commerce cinesi dei prodotti della casa di moda.

    Le scuse sentite

    Lo stilista Domenico Dolce nel video afferma: “In questi giorni abbiamo ripensato moltissimo, con grande dispiacere, a tutto quello che ci e’ successo e a quello che abbiamo causato nel vostro Paese e ci scusiamo moltissimo”.

    I co-fondatori della casa di moda vogliono chiedere scusa ai cinesi di tutto il mondo “Perché ce ne sono molti, e prendiamo molto seriamente questa scusa e questo messaggio”. I due dichiarano di aver sbagliato modo di esprimersi, “non succederà mai più”.

    Linguaggi sbagliati

    Facendo riferimento alle famiglie di origine di entrambi, Dolce e Gabbana raccontano che gli “hanno sempre insegnato a rispettare le varie culture di tutto il mondo e per questo vogliamo chiedervi scusa se abbiamo commesso degli errori nell’interpretare la vostra”.

    Nel momento  centrale del video Dolce aggiunge: “Siamo sempre stati molto innamorati della Cina: abbiamo visitato moltissime città, amiamo la vostra cultura e certamente abbiamo ancora molto da imparare”

    Il video pubblico si conclude con la parola cinese usata proprio per chiedere scusa,”duibuqi”, pronunciata da entrambi gli stilisti in segno di pentimento.

    Ecco lo spot “incriminato”.

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