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Migranti, almeno 19 morti al largo della Tunisia. La nave ong finanziata da Banksy in stato di fermo a Lampedusa

Di Giovanni Macchi
Pubblicato il 26 Mar. 2023 alle 12:37 Aggiornato il 26 Mar. 2023 alle 16:53

Finesettimana di sbarchi e di nuove tragedie nel Mediterraneo: almeno 19 migranti provenienti dall’Africa subsahariana sono morti al largo della Tunisia a causa del naufragio dell’imbarcazione sulla quale si trovavano mentre cercavano di raggiungere l’Italia.

Erano partiti dalle spiagge di Sfax, la Guardia costiera tunisina è riuscita a salvare soltanto 5 persone davanti alla costa di Mahdia. In area Sar maltese, invece, due naufragi hanno causato otto morti, con 97 persone che invece sono riuscite a sopravvivere: in nottata i cadaveri di quattro persone sono stati portati a Lampedusa dalla motovedetta Cp324 della Guardia Costiera. Assieme ai corpi, su molo Favarolo sono stati fatti scendere anche altri 49 sopravvissuti, originari di Camerun, Costa d’Avorio e Guinea.

Alcune ore prima le altre quattro vittime erano state fatte sbarcare, mentre il peschereccio tunisino Montacer aveva trasferito 46 persone tratte in salvo dopo il ribaltamento della seconda imbarcazione. La tratta Tunisia-Lampedusa è caldissima, ieri sull’isola sono avvenuti 37 sbarchi con un totale di 1.387 persone, mentre il giorno prima gli arrivi erano stati 4, con 1.778 immigrati. All’hotspot di contrada Imbriacola, su 400 posti disponibili, c’erano 2.494 ospiti. Nel porto dell’isola la nave Louise Michel dell’omonima ong, finanziata dall’artista Banksy, è stata posta in stato di fermo per aver violato il nuovo decreto del governo sui salvataggi in mare. Prima di giungere a destinazione aveva soccorso alcuni barchini nel Mediterraneo. Gli attivisti a bordo denunciano: “Non ci hanno dato alcuna spiegazione, ci impediscono di lasciare il porto e prestare soccorsi in mare”.

La Guardia Costiera ha spiegato che la nave Louise Michel ha disobbedito agli ordini di raggiungere il porto di Trapani, dirigendosi invece verso altri tre barconi sui quali, peraltro, sotto il coordinamento dell’Imrcc (Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo), stavano già dirigendo in soccorso i mezzi della Guardia Costiera italiana. Un comportamento che avrebbe complicato il lavoro delle autorità. Inoltre “le continue chiamate dei mezzi aerei ong – scrive la Guardia costiera – hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato”.

Intanto, le acque al largo di Crotone ha restituito un altro corpo, ad un mese esatto dal naufragio di Cutro: è la 91esima vittima accertata della strage, un uomo di circa 30 anni il cui cadavere è stato recuperato questa mattina dagli uomini di capitaneria di porto e Vigili del fuoco. Secondo quanto riferito dai sopravvissuti, mancherebbero all’appello ancora 10 persone, inghiottite dal mare e non ancora riemerse.

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