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Migranti irreperibili, la Commissione Ue: “L’Italia usi la detenzione per evitarne la fuga”

Credit: Afp

La detenzione può essere usata per l'identificazione dei migranti e evitare fughe", ha spiegato la portavoce della Commissione Ue per la Migrazione, Tove Ernst

Di Marta Facchini
Pubblicato il 6 Set. 2018 alle 13:20

“Abbiamo chiesto a tutti gli Stati membri inclusa l’Italia di fornire adeguate capacità di accoglienza, inclusa la detenzione” per i migranti. A dirlo è la portavoce della Commissione Ue per la Migrazione, Tove Ernst, che commenta la notizia della non reperibilità di una cinquantina dei migranti sbarcati dalla nave Diciotti. migranti Diciotti 

“La detenzione può essere usata per l’identificazione dei migranti e evitare fughe”, ha spiegato la portavoce, ricordando che i migranti non hanno il diritto di “scegliere lo Stato membro in cui chiedere protezione internazionale”.

Il riferito è ai cinquanta migranti sbarcati dalla nave Diciotti lo scorso 25 agosto, alcuni dei quali trasferiti successivamente al centro di Rocca di Papa e a quello di Messina, che si sono allontanati dalle strutture di accoglienza e risultano irreperibili.

I primi migranti, tutti maggiorenni, si sarebbero allontanati già da venerdì 31 agosto. Due eritrei che dovevano essere trasferiti alla diocesi di Firenze si sarebbero dileguati il 2 settembre. Altri 19 profughi sono spariti il 3 settembre e 13 sono irreperibili da ieri.

I sottosegretari all’Interno, Stefano Candiani e Nicola Molteni, hanno dichiarato: “Ricordiamo che, per la legge, queste persone hanno libertà di movimento e quindi non sono sottoposte alla sorveglianza dello stato. Erano così disperate che hanno preferito rinunciare a vitto e alloggio garantiti per andare chissà dove”.

“È L’ennesima prova che chi sbarca in italia non sempre scappa dalla fame e dalla guerra, nonostante le bugie della sinistra e di chi usa gli immigrati per fare business”, hanno aggiunto.

Don Francesco Soddu, direttore della Caritas Italiana ha precisato: “È allontanamento volontario, non fuga. Si fugge da uno stato di detenzione e non è questo il caso, nessuno vuole rimanere in Italia, si sa”.

Tove Ernst si era già espressa sulla gestione dei flussi migratori in Italia e sullo stallo della nave della Guardia costiera italiana, quando non era ancora stata data l’autorizzazione allo sbarco dei migranti.

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