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Neonato di 20 giorni morto a largo di Lampedusa, la madre: “Volevo portarlo in Italia per farlo curare”

Di Massimiliano Cassano
Pubblicato il 10 Nov. 2022 alle 11:57

A bordo di un barchino carico di migranti soccorso nella notte al largo di Lampedusa i militari della Capitaneria hanno trovato il cadavere di un neonato di appena 20 giorni, originario della Costa D’Avorio. Il piccolo faceva parte del gruppo di 37 persone che ha tentato di attraversare il Mediterraneo su un’imbarcazione di fortuna partendo da Mahres in Tunisia. Soffriva di problemi respiratori già prima della partenza, non è sopravvissuto alle intemperie e al freddo del viaggio. Il suo corpicino è stato portato nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana. La madre diciannovenne invece è stata trasferita all’hotspot di contrada Imbriacola insieme alle altre persone salvate.

La donna sosteneva di volerlo portare in Italia per farlo curare, mentre il padre sarebbe rimasto in Tunisia: i medici presenti durante lo sbarco hanno effettuato una rapida ispezione del piccolo e hanno confermato la versione della donna. A bordo c’erano anche due ustionati. La procura di Agrigento è stata informata della vicenda. Dopo diversi giorni in cui le condizioni del meteo e del mare non sono state favorevoli, sono ripresi gli sbarchi sull’isola. In 147 hanno raggiunto la più grande delle Pelagie durante la notte che si aggiungono ai 374 approdati ieri. Ieri per l’ipotermia una donna appena sbarcata è morta al poliambulatorio dell’isola per arresto cardiocircolatorio.

Il sindaco di Lampedusa e Linosa, Filippo Mannino, ha scritto alla premier Meloni e al ministro dell’Interno Piantedosi per chiedere un incontro urgente: “È un continuo ricevere chiamate da parte delle forze dell’ordine per informarmi che ci sono cadaveri. Mi sembra di assistere a un bollettino di guerra e ciò che mi preoccupa è che stia diventando una quotidianità, nell’indifferenza dell’Europa. È duro lavorare in queste condizioni, innanzitutto umanamente e poi perché  il nostro comune non può sopportare questo peso, anche per l’insufficienza di risorse umane, strumentali e finanziarie”.

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