Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Croazia, il governo ha costruito un muro al confine con la Bosnia per fermare i migranti

    Dopo gli ultimi scontri tra le forze dell'ordine e i profughi che hanno cercato di forzare il cordone di sicurezza al confine, il governo di Zagabria ha deciso di rafforzare le difese alla frontiera con la Bosnia

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 25 Ott. 2018 alle 15:24 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:33

    Continua a salire la tensione al confine tra Bosnia e Croazia dopo che nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 2018 si sono registrati nuovi scontri tra le forze dell’ordine e i migranti che cercavano di attraversare il confine per entrare in territorio croato.

    I profughi hanno cercato di sfondare il cordone di sicurezza delle guardie di frontiera al grido di “open border, open border” (confini aperti, confini aperti) e in 200 sono riusciti a passare il confine.

    Il loro obiettivo è entrare in Unione europea, di cui la Croazia è Stato membro, per lasciare la Bosnia, uno dei paesi più poveri dell’est Europa e in cui continuano a riversarsi i migranti.

    A seguito degli scontri, il governo di Zagabria ha deciso di erigere una barriera lungo il confine con la Bosnia, nella città di Velika Kladusa, in cui si sono fronteggiati migranti e forze dell’ordine.

    I 200 che erano riusciti a raggiungere la Croazia sono stati respinti dai militari croati, che hanno eretto un secondo cordone di sicurezza, ricorrendo anche al supporto degli elicotteri per disperdere i migranti.

    Negli scontri sono rimaste ferite diverse persone, secondo quanto riferito dai media locali.

    In tanti cercano di scappare dai paesi dell’Asia e del Nordafrica, specialmente da Afghanistan, Iran, Pakistan e Marocco per cercare una vita migliore in Europa passando per la Croazia.

    Per questo motivo centinaia di persone continuano a riversarsi in Bosnia, paese in cui, come il vicino Kosovo, si registra anche un alto numero di foreign fighters, segno della vulnerabilità di cittadini locali e migranti disperati alla propaganda dell’Isis.

    Le condizioni di vita di chi cerca di attraversare il confine con la Croazia sono delle peggiori: in tanti dormono per strada o in baraccopoli improvvisate e chi riesce ad attraversare la frontiera deve affrontare sistematiche violenze perpetrate dalla polizia croata.

    I poliziotti sequestrano ogni bene ai migranti, a iniziare dal loro cellulare, e nel peggiore dei casi i profughi vengono manganellati, soprattutto negli arti inferiori, come dissuasione ad altri tentativi di ingresso.

    Negli ultimi mesi circa 16mila migranti siano riusciti a passare il confine tra Bosnia e Croazia, attraverso la rotta balcanica diventata sempre più importante nonostante il muro eretto dall’Ungheria.

    Leggi anche: Bosnia, le torture e i pestaggi dei migranti sono all’ordine del giorno: ecco come l’Europa difende i suoi confini

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version