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#CiPassaLaFame: una giornata senza mangiare per i diritti di migranti

Più di 500 persone da 200 luoghi diversi nel mondo hanno aderito a #Cipassalafame, una mobilitazione nazionale per non restare indifferenti davanti alle continue violazioni dei diritti dei migranti nel Mediterraneo, in Libia e nel nostro paese

Di Laura Melissari
Pubblicato il 28 Gen. 2019 alle 12:20 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:26

Più di 500 persone da 200 luoghi diversi nel mondo hanno aderito a #Cipassalafame, una mobilitazione nazionale per non restare indifferenti davanti alle continue violazioni dei diritti dei migranti nel Mediterraneo, in Libia e nel nostro paese. All’indomani della Giornata della Memoria, la mappa di #cipassalafame si colora di adesioni anche fuori dall’Italia, dall’Australia al Canada, dal Libano all’Etiopia.

Sono più di 500 i partecipanti al digiuno in ricordo di chi ha perso la vita nel Mediterraneo, col pensiero alle migliaia di uomini, donne e bambini ancora oggi bloccati nei lager in Libia, e in solidarietà con tutti i migranti già in Italia e in Europa, che vedono la loro ricerca di una vita migliore ostacolata da leggi ingiuste e controproducenti.

Dalla SeaWatch3, ancora al largo di Siracusa con 47 persone a bordo senza permesso di attraccare, al caso dei 150 migranti rimasti in acqua oltre 24 ore prima di essere recuperati dal cargo Lady Sham su istruzione della Guardia costiera di Tripoli e riportati in Libia, dove violazioni dei diritti umani e violenze sono all’ordine del giorno, come ha ricordato il portavoce dell’UNCHR Charlie Yaxley e come conferma un recente rapporto dell’organizzazione Human Rights Watch.

Cittadini comuni, attivisti, associazioni e intellettuali hanno lanciato dunque una mobilitazione nazionale con l’invito a devolvere il risparmio dei pasti saltati a una delle organizzazioni che operano per il salvataggio in mare dei migranti.

Ma anche semplicemente a discutere con colleghi e familiari della situazione e attivarsi collettivamente. “Come cittadini comuni continuiamo a chiederci “cosa possiamo fare” e non abbiamo risposta. Ma leggere le testimonianze dei tanti giornalisti e operatori umanitari che sono stati in Libia, e tornare a fare la nostra vita quotidiana non è più sostenibile, almeno per le nostre coscienze”, si legge nell’appello.

“Abbiamo scelto il 28 Gennaio, in continuità con la Giornata della Memoria, per ricordarci che la morte e la miseria umana sono ancora qui, a pochi chilometri da noi, e non possiamo più accettarlo”. Sono già più di 500 le adesioni da singoli cittadini.

#Cipassalafame è stato promosso da un gruppo di attivisti: Martina Cera, Donata Columbro, Claudia Vago, Claudio Riccio, Giulio Cocchini.

Primi aderenti: Daniele Biella (giornalista), Riccardo Bonacina (Vita non profit), Igiaba Scego (scrittrice), Fabio Geda (scrittore), Sara Consolato (attivista), Francesco Malvolta (fotoreporter), Ilaria Roberta Sesana (giornalista), Paolo Di Paolo (scrittore), Dino Amenduni (comunicatore politico), Giulio Cavalli (giornalista), Violetta Bellocchio (scrittrice), Barbara Antonelli (Responsabile Comunicazione ActionAid), Raffaella Maria Cosentino (Giornalista), John Mpaliza (attivista).

Organizzazioni: Refugees Welcome Italia, Action Aid Italia, Centro Studi Sereno Regis, Pianoterra Onlus, Chiama L’Africa, Cooperativa Sociale Progetto Tenda ONLUS, Haki Tumaini, CISV Onlus, Centro Ricerca e Intervento Sociale, COSPE Onlus, Zalib & I Ragazzi di Via della Gatta, FOCSIV, Gli Anelli Mancanti ONLUS, Voci Globali, LVIA, onData, A Buon Diritto.

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