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    Somalia, l’appello di MSF su TPI: “Assistere mamme e bambini nell’ospedale di Baidoa”

    Credit: MSF
    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 10 Apr. 2019 alle 13:38 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 03:00

    Quattromila visite pre o post-natali, 1.500 donne ricoverate al reparto maternità, 686 bambini nati: sono i numeri dell’intervento di Medici Senza Frontiere (MSF) nell’ospedale regionale di Bay a Baidoa, in Somalia sud-occidentale, da maggio a dicembre 2018.

    Come spiegato in una nota inviata da MSF a TPI, in Somalia i tassi di mortalità materna sono tra i più alti al mondo: una donna su 12 rischia di morire durante la gravidanza, durante il parto o nel periodo post-parto, a causa dell’impossibilità di accedere ai servizi sanitari.

    Anche la mortalità infantile è eccezionalmente elevata, con un bambino su sette che non raggiunge i cinque anni di età secondo i dati ufficiali.

    “Il momento del parto è un periodo difficile nella vita di qualunque donna, ma qui le difficoltà sono ancora maggiori perché i combattimenti hanno distrutto molte strutture sanitarie”, dichiara Himedan Mohammed Himedan, coordinatore dei programmi di MSF in Somalia. “Abbiamo bisogno di informare tutta la comunità, in modo che le mamme in attesa sappiano che possono ricevere cure di qualità da MSF in questo periodo”.

    La prima fase dell’intervento di MSF, finalizzata alla creazione di un’unità ostetrica completa e pienamente funzionante, comprende il supporto per cure pre e postnatali e l’assistenza a parti normali e complessi. Il supporto all’ospedale sarà ampliato nei prossimi mesi per includere lo sviluppo di un’unità neonatale e di servizi pediatrici ospedalieri, ambulatoriali e di emergenza.

    MSF ha ripreso le attività in Somalia a maggio 2017, dopo un’assenza di quasi quattro anni dovuta in particolare ai violenti attacchi contro il proprio staff.

    “In tutta la Somalia MSF cerca di garantire che le persone abbiano accesso alle cure nelle aree in cui i bisogni medici sono gravi e le condizioni di sicurezza lo consentono”, dichiara Gautam Chatterjee, responsabile MSF per la Somalia.

    “La necessità di assistenza medica gratuita di qualità è molto alta in Somalia e la nostra strategia prevede un sempre maggiore supporto alle strutture esistenti per migliorare i servizi. Sebbene il contesto sia impegnativo, possiamo contare su personale nazionale dedicato, spesso medici che hanno già collaborato con MSF, per sviluppare le capacità e garantire un migliore accesso alle cure nel paese”.

    La storia di Halima –  Halima, 18 anni, vive in un villaggio a circa 100 chilometri a sud di Baidoa. È stata una delle prime pazienti dell’ospedale regionale di Bay da quando MSF ha iniziato a supportarlo nel maggio 2018.

    “Avevo intenzione di partorire a casa, ma dopo due giorni di travaglio ho perso conoscenza, così i miei parenti mi hanno messo su un carro trainato da un asino e mi hanno portata in un centro sanitario nel vicino distretto di Qansah-Dhere” racconta Halima.

    “Quando sono arrivata stavo molto male, ma il personale medico non era in grado di aiutarmi. Mi hanno tenuto lì una notte, ma ero ancora incosciente e così hanno deciso di trasferirmi all’ospedale di Bay a Baidoa”.

    Il giorno seguente Halima, ancora priva di sensi, è stata messa su un pullman diretto a Baidoa. Il viaggio dura un giorno intero ma, dopo poche ore, Halima è entrata in travaglio. “Il bambino ha iniziato a uscire mentre io ero ancora incosciente e nessuno sapeva cosa fare. Mi hanno raccontato che quando sono arrivata all’ospedale ero in coma da otto giorni. Ho perso il bambino, ma i medici dell’ospedale sono riusciti a salvarmi la vita”, ricorda la ragazza.

    Halima ha impiegato altri due giorni per uscire dal coma e da allora è in fase di guarigione. “Dal momento che l’ospedale è il principale centro dove vengono trasferiti i pazienti di tutta la regione, la maggior parte dei casi che riceviamo sono già molto complicati, sia quando le donne provengono da altre strutture sanitarie sia quando arrivano qui autonomamente”, dichiara Asma Aweys, coordinatore medico di MSF presso l’ospedale.

    Le attività di MSF per la popolazione in Somalia – In Somalia MSF supporta l’ospedale regionale di Bay a Baidoa e l’ospedale regionale di Mudug a Galkayo. Inoltre, fornisce assistenza umanitaria nei campi profughi di Galcayo, gestiscono un programma nutrizionale a Dollow e Dusa Mareb, forniscono visite mediche a Jubaland e preparano la risposta a eventuali epidemie a Dhobley, Bardhere e Garbaharey.

    MSF effettua inoltre interventi oculistici per la cataratta in collaborazione con diversi attori locali. Nel Somaliland, MSF sostiene la diagnosi e il trattamento di pazienti affetti da tubercolosi resistente ai farmaci presso le strutture sanitarie di Hargeisa, Borama, Burao e Berbera.

    Inoltre, MSF si prepara a sostenere altre strutture sanitarie a Las Anod. MSF fornisce anche assistenza medica umanitaria nel campo profughi di Dadaab in Kenya e nella regione somala dell’Etiopia.

    >> Mozambico, MSF a TPI: “L’emergenza continua, 1.400 i casi di colera nel paese”
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