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    Zelensky: “No a diplomazia con Russia finché armi parlano”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 13 Ott. 2022 alle 14:46

    Zelensky: “No a diplomazia con Russia finché armi parlano”

    La diplomazia è uno strumento “possente” ma non ci può essere finché “le armi parlano”. Lo ha detto il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, dopo la condanna dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite all’annessione di quattro regioni ucraine alla Federazione Russa.

    Intervenendo all’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, il capo di stato ucraino ha detto che la Russia “va il più possibile isolata diplomaticamente”, affinché “la comunità russa si renda conto e paghi un prezzo alto per questa aggressione, in modo che la società inizi a fare pressione sulla loro leadership militare e politica”. “Soprattutto, la società russa dovrebbe capire che, d’ora in poi, è la società di uno stato terrorista e, d’ora in poi, i confini dei paesi europei non sono più aperti per loro”, ha aggiunto Zelensky. “Non si può sostenere la guerra ma rimanere in Europa. Non si può dire ‘noi combattiamo contro questi valori, abbiamo i nostri valori’. Ma, se hanno i loro ‘propri’ valori, perché dovrebbero trovarsi bene in paesi con valori diversi”.

    Zelensky ha anche evidenziato che l’Ucraina dispone solo del 10 percento di quanto avrebbe necessità in termini di difese aeree.  La richiesta di maggiori aiuti in questo ambito era stata rilanciata dal presidente ucraino anche durante il vertice del G7 di martedì scorso.

    Riguardo la possibilità di dialogo, il vicesegretario del Consiglio di sicurezza russo Alexander Venediktov oggi ha dichiarato che Mosca “è favorevole a una rapida soluzione diplomatica del problema”. Tuttavia, nella stessa intervista, Venediktov ha anche evocato la terza guerra mondiale nel caso sia dato seguito alla richiesta ucraina di aderire alla Nato, formalizzata da Kiev in risposta all’annessione delle regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson da parte della Russia.

    “Kiev è ben consapevole che un tale passo significherebbe un’escalation garantita alla terza guerra mondiale. Apparentemente, questo è ciò su cui contano: creare rumore e attirare nuovamente l’attenzione su se stessi”, ha detto Venediktov in un’intervista all’agenzia di stampa Tass.

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