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    Yoani Sanchez contestata a Perugia

    La celebre blogger cubana ha attirato molte critiche durante un incontro nella Sala dei Notari a Perugia

    Di Laura Aguzzi
    Pubblicato il 30 Apr. 2013 alle 06:06 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 12:41

    Questa foto è l’emblema di una serata. A primo impatto potrebbe far pensare a un momento di attesa, a margine di una lunga conferenza. Il microfono è sul tavolo, le sedie sono vuote: forse è tutto finito. Eppure questa foto racconta molto di più, proprio per quello che non riesce a mostrare.

    Mentre infatti la blogger cubana rimane ferma, impassibile, enigmatica nello sguardo, tutt’attorno si scatena un putiferio. Urla, spintoni, volantini, venti forse trenta persone sotto al palco che si accalcano al grido di “Cuba si!”, ancora urla, il pubblico impaurito, gente che grida “vergogna, fascisti”.

    Questo è l’inizio della conferenza di Yoani Sanchez, avvenuta alla Sala dei Notari di Perugia, evento conclusivo della settima edizione del Festival di Giornalismo. Mario Calabresi, direttore di La Stampa sta per dare la parola alla blogger cubana quando dal pubblico d’un tratto si alza qualcuno che grida “Perché invece non ci racconti i soldi che prendi dalla Cia?”. Da vari punti della sala altri membri del gruppo si alzano e mettono in scena un siparietto che a momenti sfocia in rissa.

    Si tratterebbe di due diversi collettivi romani. Con loro si levano dollari finti con impresso il volto della Sanchez al posto di George Washington. Il parapiglia si conclude. Tutti si agitano tranne la giornalista cubana, che anzi dice: “Vi ringrazio per questa protesta, mi piacerebbe potesse accadere anche a Cuba”. La conferenza riprende, ma gli animi restano caldi.

    Al di là della manifestazione più clamorosa, se tanti sono lì per ascoltarla altrettanti forse ci sono per contestare: c’è chi lo dice apertamente, chi esige di poter fare delle domande. Ma c’è anche chi non dice nulla, come tre signori a centro sala che se la ridacchiano alle parole della blogger. E poi c’è un uomo attempato che a un certo punto grida “Viva Che Guevara!” e poi fuori, a serata finita persegue il suo obiettivo “io glielo volevo chiedere, ma non ci sono riuscito: ma come fa a non parlare di Che Guevara?”.

    Insomma, a onor del vero, Yoani Sanchez di critici, oltre a molti fan, sembra averne molti. Sembra infatti che la questione cubana sia ancora capace di scaldare gli animi italiani, e non solo, se è vero che anche a Madrid la Sanchez ha ricevuto un’accoglienza piuttosto fredda dai partiti di sinistra.

    Purtroppo però, nel tentativo cocciuto di additare la Sanchez come finta dissidente al soldo della Cia, gli interventi sono stati sterili e nella confusione non si è riusciti a fare le domande che contano davvero. Yoani è una blogger famosa in tutto il mondo: i suoi articoli, si concentrano su particolari minuti della vita quotidiana a Cuba. Sono un anelito alla libertà su cui difficilmente si potrebbe non essere d’accordo. Eppure, manca il grande quadro: cosa succederà a Cuba alla fine della dinastia Castro? Ci saranno elezioni? Che tipo di modello economico si adotterà? È ancora possibile rimanere fuori dal modello neoliberista? Di tutto ciò non si è detto nulla.

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