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    L’Isis rivendica l’attentato al palazzo presidenziale di Aden, nello Yemen

    Autobomba contro un checkpoint fuori dal palazzo presidenziale provoca sette morti e ferisce una decina di persone. L'attentatore potrebbe essere di nazionalità olandese

    Di TPI
    Pubblicato il 28 Gen. 2016 alle 16:35 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:41

    Un’autobomba ha provocato la morte di sette persone fuori
    dal palazzo presidenziale di Aden giovedì 28 gennaio. Fonti ufficiali hanno
    reso noto che l’autovettura dell’attentatore suicida si sarebbe diretta verso
    un checkpoint a circa 500 metri dal palazzo Maashiq. Dieci persone sono rimaste
    ferite, per lo più civili. Il presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi, che si trovava
    all’interno del palazzo, è invece rimasto illeso.

    Lo Stato islamico ha già rivendicato l’attentato. Sulla
    dichiarazione pubblicata on-line dall’Isis si legge che l’attentatore suicida è
    Abu Hanifa al-Hollandi, nome che farebbe pensare a un combattente di
    nazionalità olandese. Il gruppo ha anche affermato che almeno dieci membri
    della sicurezza di palazzo sono rimasti uccisi e altri venti feriti.

    Benché non sia stato possibile verificare l’autenticità
    della rivendicazione, l’attentato di giovedì fa seguito a numerosi altri
    attacchi dell’Isis contro obiettivi governativi e contro le forze di sicurezza. Il 5 ottobre 2015, alcuni attacchi coordinati avevano ucciso oltre venti persone. In
    quell’occasione, i militanti del gruppo islamista avevano colpito l’albergo
    al-Qasr, quartier generale provvisorio del governo, a Aden, e una moschea sciita
    gestita dai ribelli Houthi, a Sana’a.

    Il governo guidato dal presidente Hadi è in esilio dal 2014,
    quando la capitale Sana’a è caduta in mano ai ribelli sciiti Houthi. Da luglio
    2015, si trova a Aden, la seconda città del paese. Dozzine di veicoli corazzati
    e truppe degli Emirati Arabi Uniti sono sbarcati al porto di Aden mercoledì 27
    gennaio, proprio per affrontare il grave problema della sicurezza.

    L’attivismo del sedicente Stato islamico nell’area segnala l’intenzione
    di soppiantare i rivali affiliati a al-Qaeda nella penisola arabica. L’Isis
    emerge quindi come terzo attore sullo scena del conflitto in corso in Yemen
    ormai da nove mesi che vede le forze filo-governative sostenute da una
    coalizione guidata dall’Arabia Saudita fronteggiare i ribelli Houthi.

    La guerra continua a mietere vittime tra la popolazione
    yemenita che si trova ad affrontare una gravissima crisi umanitaria con il
    pericolo di malnutrizione e epidemie per la scarsità di generi alimentari e
    scorte mediche.

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