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    Wikileaks, Julian Assange trovato positivo al Covid in carcere

    Un poliziotto davanti a un cartellone che chiede il rilascio dell'attivista fondatore di Wikileaks Julian Assange, a Melbourne, in Australia, l'8 ottobre 2022. EPA/JOEL CARRETT
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 10 Ott. 2022 alle 15:08

    Wikileaks, Julian Assange trovato positivo al Covid in carcere

    Julian Assange è stato contagiato dal virus di Covid-19. Il fondatore di WikiLeaks ha contratto il nuovo coronavirus nel carcere di massima sicurezza britannico di Belmarsh, in cui è detenuto da tre anni e mezzo. Lo ha dichiarato la moglie, l’avvocata sudafricana Stella Moris, affermando che l’attivista, alle prese con la battaglia legale per l’estradizione negli Stati Uniti, è risultato positivo durante il fine settimana, mentre si teneva una manifestazione a sostegno del suo rilascio intorno al parlamento britannico.

    “Julian non si sentiva bene la scorsa settimana, ma ha iniziato a sentirsi male venerdì. Ha iniziato a tossire e ha avuto la febbre. Gli è stato dato del paracetamolo”, ha detto Moris all’agenzia di stampa PA. “Ovviamente sono preoccupato per lui e i prossimi giorni saranno cruciali per la sua salute generale. Ora è chiuso nella sua cella per 24 ore al giorno”, ha aggiunto Moris, che lo scorso marzo ha sposato Assange a Belmarsh. “Sabato è risultato positivo al Covid, lo stesso giorno migliaia di persone sono scese in strada per sostenerlo”, ha sottolineato Moris, che si è detta lieta per la partecipazione alla manifestazione di sabato, in cui migliaia di persone hanno circondato Westminster per protestare contro l’estradizione di Assange negli Stati Uniti, autorizzata dal governo di Londra. La decisione dovrà essere esaminata dall’Alta corte britannica, che a dicembre aveva ammesso il trasferimento oltreoceano, ribaltando una precedente sentenza sul caso. Negli Stati Uniti il fondatore di Wikileaks rischia l’ergastolo per il reperimento e la diffusione al pubblico di informazioni classificate sulle guerre in Iraq e in Afghanistan e sull’attività diplomatica statunitense. All’attivista Washington contesta ben 18 capi d’accusa per la violazione dell’Espionage Act, una legge che risale alla Prima guerra mondiale, criticata da attivisti per la libertà d’espressione. Tra gli oltre 5.000 che secondo Moris hanno preso parte alla manifestazione di sabato era presente anche l’ex leader laburista Jeremy Corbyn.

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