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    Quel waterboarding che piace tanto a Donald Trump

    In un discorso in Ohio, il candidato repubblicano elogia la tortura dell'acqua e attacca il Partenariato Trans-Pacifico

    Di TPI
    Pubblicato il 30 Giu. 2016 alle 12:06 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:54

    Martedì 28 giugno, a un raduno repubblicano nella Ohio Valley, Trump ha tenuto un discorso con riferimenti agli attacchi di Istanbul di quel giorno, all’utilizzo della tortura da parte del governo statunitense e al Partenariato Trans-Pacifico, uno controverso accordo di commercio fra gli stati che si affacciano sull’Oceano.

    Lo stato dell’Ohio è la chiave per la vittoria delle elezioni di Novembre: nessun presidente repubblicano ha mai raggiunto la Casa Bianca senza vincere lì. Trump vi è apparso per la prima volta dalle primarie di marzo, dove perse contro il governatore dello stato, John Kasich.

    Prima che il candidato repubblicano salisse sul palco, il suo staff ha rilasciato una dichiarazione dai toni moderati su ciò che era avvenuto qualche ora prima all’aeroporto Ataturk. “Le nostre preghiere vanno alle famiglie dei morti e feriti a Istanbul. Tutto il mondo è colpito ed inorridito. “Mentre parlava, Trump ha poi definito gli eventi come “qualcosa di veramente, veramente brutto”.

    Il miliardario aveva già dichiarato di essere a favore dell’utilizzo della tortura, ma martedì ha di nuovo ribadito il suo sostegno al waterboarding. “Mi piace molto – ha annunciato al pubblico acclamante – e non penso che sia abbastanza duro”. La tortura dell’acqua consiste nel far posizionare una persona con i piedi in alto e la testa coperta in basso, bloccandogli le braccia e le gambe. Si procede poi a fare l’interrogatorio versando a più ripres e si vuota dell’acqua sulla faccia del torturato. L’effetto che si ha è di sentirsi come se si stesse per affogare. Non è più in uso dal 2006, quando l’amministrazione Bush lo accantonò perché inefficace e potenzialmente illegale.

    Ha anche un’opinione positiva nei confronti dei sospetti crimini di guerra compiuti dalle truppe americane in Medio Oriente, perché ritiene che “dobbiamo combattere il fuoco con il fuoco”. L’Isis fa ripetutamente ricorso a decapitazioni ed affogamenti e vede gli Stati Uniti, che non utilizzano neanche più l’annegamento simulato, come deboli. Servono “più cattiveria e crudeltà” per sconfiggere i terroristi.

    Trump ha poi commentato il Partenariato Trans-Pacifico, definendolo numerose volte come “lo stupro del nostro paese”. Poco prima, aveva già tenuto un discorso sulla tematica del commercio, esprimendo le sue opinioni protezioniste.

    Nel corso della sua campagna elettorale, il candidato repubblicano ha più volte tirato in ballo la parola “stupro”. Quando ha annunciato la sua entrata in campo alle elezioni, nel giugno del 2015, aveva condannato il Messico che a suo parere mandava volontariamente stupratori negli Stati Uniti. Ha poi, nel maggio 2016, accusato la Cina di “stuprare” gli Stati Uniti e incitato gli americani a reagire. 

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