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    Omicidio Khashoggi, Washington Post vuole aprire una sezione in lingua araba

    Credit: AFP

    L'obiettivo è espandere "la portata del giornalismo del Post journalism ai lettori di tutto il mondo"

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 11 Gen. 2019 alle 17:20 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:37

    Il Washington Post sta pensando di inserire sul proprio sito internet una sezione in lingua araba da dedicare alla pubblicazione di articoli d’opinione, commenti e editoriali tradotti.

    L’obiettivo del famoso giornale americano, che aveva spesso pubblicato anche gli editoriali del giornalista saudita Khashoggi, è espandere “la portata del giornalismo del Post journalism ai lettori di tutto il mondo”.

    Nella sezione saranno inseriti i commenti destinati a un pubblico di lingua araba e scritti da autori provenienti da tutto il mondo e anche dal Nord Africa e il Medio Oriente.

    “La sua importanza è diventata ancora più evidente dall’omicidio del nostro stesso collega Jamal Khashoggi, che vedeva molto chiaramente la necessità di uno spazio come questo”, ha detto Fred Hiatt, responsabile della sezione commenti del quotidiano statunitense.

    Jamal Khashoggi, giornalista saudita dissidente ucciso il 2 ottobre 2018 nel consolato saudita di Istanbul da un commando inviato da Riad, aveva pubblicato diversi articoli con il Washington Post, alcuni sotto pseudonimo, ed era noto per le sua posizioni critiche nei confronti della casata regnante.

    L’ex editore del Post, Karen Attiah, ha combattuto fin dal primo momento per far emergere la verità sull’assassinio di Khashoggi. “Gli occhi del mondo si stanno aprendo alla brutalità e sulla repressione che l’Arabia Saudita esercita sui suoi cittadini, anche se sono all’estero”, ha scritto di recente su Twitter, invitando per l’ennesima volta l’amministrazione Trump a fare di più per costringere le autorità saudite ad ammettere le proprie responsabilità.

    Chi era Jamal Khashoggi

    Ex consigliere del governo saudita, Khashoggi aveva deciso di autoesiliarsi negli Stati Uniti nel 2017 per timore di un possibile arresto, dopo aver criticato alcune decisioni del principe ereditario saudita, nonché ministro della Difesa, Mohammed bin Salman.

    Il giornalista aveva anche espresso diverse critiche sull’intervento militare di Riad in Yemen.

    Khasoggi aveva più volte denunciato intimidazioni, arresti e attacchi subiti da giornalisti, intellettuali e leader religiosi non allineati con la casa reale saudita.

    Ex redattore del quotidiano Al-Watan e di un canale di notizie tv saudita, Khashoggi aveva anche partecipato ai programmi della Bbc sull’Arabia Saudita e sul Medio Oriente.

    Il giornalista era anche noto per la sua relazione con il giovane Osama Bin Laden, con il quale ha viaggiato molto in Afghanistan negli anni Ottanta durante l’occupazione sovietica.

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