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    Il Washington Post celebra Raffaella Carrà: “Icona dell’emancipazione sessuale femminile”

    Credit: ansa foto
    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 7 Lug. 2021 alle 12:57 Aggiornato il 7 Lug. 2021 alle 12:58

    Regina indiscussa della televisione in Italia, Raffaella Carrà è stata un’icona in tutto il mondo, come in Spagna grazie allo spettacolo di varietà “La Hora de Raffaella”, e in Sud America dopo essersi trasferita a Buenos Aires nel 1979. Un personaggio che è divenuto “oggetto di fascinazione” per i suoi innumerevoli talenti e per aver contribuito – con il suo spirito irriverente – anche all’emancipazione sessuale a livello globale.

    Era solo novembre 2020 quando in un articolo per i sessant’anni di carriera di Raffaella Carrà, il Guardian l’aveva definita “l’icona italiana che ha insegnato all’Europa le gioie del sesso. Dagli anni ’50 in poi”. Scriveva Angelica Frey, “Carrà ha rappresentato una tripletta che sapeva ballare, cantare e recitare e che ha avuto un’influenza impareggiabile nella musica italiana e nella cultura pop anche fuori dai confini”.

    A celebrarla ora è un articolo del Washington Post per cui Carrà “ha stuzzicato e qualche volta scandalizzato ” con spettacoli che “celebravano l’empowerement sessuale” delle donne. L’artista “incarnava l’idea che le donne meritano di prendere il controllo della loro sessualità”, scrive il giornale, ricordando il “caschetto biondo e la voce sensuale” di Raffaella. Ma allo stesso tempo, la Carrà si rivolgeva al grande pubblico, le casalinghe e, dopo aver rivoluzionato il modo di intrattenere il pubblico, era diventata una tradizione, nota il Washington Post, citando i tanti omaggi dei media italiani.

    “Con abiti spesso sexy – audaci per gli standard della TV di stato in un Paese in cui il Vaticano esercita una notevole influenza – Carrà ha anche il merito di aver aiutato le donne italiane ad essere più sicure del proprio corpo e della propria sessualità. […] Ma sapeva anche essere di una classe devastante nel suo abbigliamento e nei suoi modi”.

    “Ha scandalizzato i telespettatori conservatori con una canzone di successo del 1971, “Tuca, Tuca”, una giocosa rielaborazione delle parole “touch, touch”, in italiano “tocca, tocca”, che ha cantato mentre muoveva le mani su e giù sui corpi di vari uomini”.

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