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    Il governo malese sostiene che i frammenti ritrovati a Reunion siano del volo MH370 scomparso

    Gli investigatori francesi non hanno confermato ufficialmente, ma ritengono molto probabile che i frammenti ritrovati appartengano al volo MH370 della Malaysia Airlines

    Di TPI
    Pubblicato il 6 Ago. 2015 alle 18:08 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 12:29

    Il primo ministro della Malesia, Najib Razak, ha reso noto che i frammenti rinvenuti nell’isola di Reunion, dipendenza francese nell’oceano Indiano, appartengono al Boeing 777 della Malaysia Airlines, scomparso mentre era in volo l’8 marzo del 2014.

    Nel pomeriggio del 6 agosto il ministro dei Trasporti malese ha detto che sull’isola sono stati trovati altri frammenti che potrebbero appartenere al Boeing della Malaysia Airlines.

    I familiari delle vittime del volo MH370 – di cui più della metà cinesi – hanno protestato di fronte agli uffici della compagnia aerea a Pechino, lamentandosi della confusione in merito alle informazioni fornite sui recenti ritrovamenti.

    Il ministro malese ha confermato che i frammenti trovati appartengono all’aereo scomparso, ma gli investigatori francesi finora non hanno dato conferme ufficiali.

    Ciononostante, questi ultimi hanno riferito che ci sono grosse probabilità che i resti ritrovati appartengano effettivamente al volo MH370.

    I FATTI 

    Il volo MH370, sul quale viaggiavano 239 persone, era partito dalla capitale malese Kuala Lumpur ed era diretto in Cina, a Pechino.

    L’8 marzo il volo aveva perso i contatti con le stazioni a terra e il suo trasponder – il dispositivo automatico che trasmette il segnale di risposta – aveva cessato di funzionare.

    I radar militari avevano tuttavia individuato nelle ore successive una traccia considerata riconducibile al volo MH370 nei pressi delle isole Andamane, nell’oceano Indiano, fuori dalla rotta che il volo avrebbe dovuto seguire.

    (Nella foto qui sotto: una mappa della Bbc mostra la rotta del volo e l’area che avrebbe potuto raggiungere) 

    Le ricerche avvenute attraverso i dati dei radar della zona mostrarono che l’aereo, infatti, si sarebbe diretto verso ovest, volando in quella direzione per diverse ore, al di fuori della rotta stessa. Questa notizia portò al notevole allargamento dell’area delle ricerche.

    Sempre dai dati raccolti dai radar, risultò che il volo era sceso di quota a un’altitudine tale da non poter essere rilevato dagli apparecchi e dalle torri di controllo dell’area. Questo fatto portò a pensare che il volo potesse essere stato dirottato verso l’oceano Indiano oppure verso l’Asia centrale.

    Il 18 marzo del 2014 il sito d’informazione Haveeru riportò che numerosi abitanti di Kuda Hudavoo, nelle Maldive, avevano notato proprio l’8 marzo un aereo di grandi dimensioni volare a quota molto bassa nei dintorni della loro isola.

    I resti rinvenuti sull’isola di Reunion il 29 luglio del 2015 sono stati trovati a 5.600 chilometri di distanza dall’ultima posizione nota dell’aereo. Questo fatto, secondo quanto riferito dal premier malese Razak, rappresenta “la prova fisica che l’aereo ha terminato il suo volo in modo tragico nell’oceano Indiano”.

    Tuttavia il procuratore aggiunto di Parigi, Serge Mackowiak, intervenuto in merito alle analisi delle autorità francesi sui resti dell’aereo, si è mostrato più prudente, ma ha parlato comunque di “probabilità molto forti” circa il fatto che i frammenti ritrovati appartengano al Boeing 777 sparito nel marzo del 2014.

    Quando saranno completate le analisi, si passerà alla fase successiva delle indagini: si cercherà di capire se i resti rinvenuti potranno offrire informazioni su cosa sia successo di preciso l’8 marzo.

    (Nella foto qui sotto: l’isola di Reunion rispetto a Kuala Lumpur, da cui l’8 marzo partì il volo MH370)  

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