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    Vladimir Kara-Murza, l’oppositore di Putin incarcerato e accusato di “alto tradimento”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 6 Ott. 2022 alle 18:39

    Per una presunta collaborazione con organizzazioni che fanno parte della Nato, l’oppositore politico di Putin, Vladimir Kara-Murza, già in carcere da diversi mesi, è stato accusato di alto tradimento. In tre episodi, durante eventi pubblici a Lisbona, Helsinki e Washington, ha pronunciato discorsi critici sulle autorità russe. Rischia fino a 20 anni di carcere. “Quelle dichiarazioni non rappresentavano alcuna minaccia allo Stato, erano critiche pubbliche e aperte”, ha commentato alla Tass il suo avvocato, Vadim Prokhorov. Il politico 41enne è stato arrestato ad aprile e condannato a 15 giorni di carcere con l’accusa di aver disobbedito agli ordini della polizia. Successivamente è stato accusato di aver diffuso false informazioni sull’esercito russo parlando con i legislatori dello stato americano dell’Arizona. Kara-Murza ha respinto ogni accusa, definendo le voci su di lui “politicamente motivate”.

    Il suo arresto e la scure di un processo per “alto tradimento” confermano l’inasprimento della repressione del dissenso in Russia ora che la controffensiva ucraina sta mettendo Putin spalle al muro. Quella messa in atto dal Cremlino nei suoi confronti è una vera e propria persecuzione: ad agosto gli è stato imputato di aver partecipato alle attività di una organizzazione “non desiderata”, avendo preso parte a una conferenza a Mosca a sostegno dei prigionieri politici in Russia, sponsorizzata dalla Free Russia Foundation, con sede all’estero. Nel 2015 e nel 2017 Kara-Murza si è ammalato per due volte in circostanze misteriose: l’analisi compiuta nei laboratori americani su alcuni suoi campioni biologici non ha chiarito i dubbi sulla causa del suo malore, ma l’indagine dell’Fbi ha trattato il caso come fosse un avvelenamento intenzionale.

    Il 41enne ritiene di essere stato preso di mira a causa delle sue pressioni esercitate in quegli anni affinché gli Stati Uniti sanzionassero funzionari russi coinvolti in violazioni dei diritti. A spingere per la tesi del tentativo di avvelenamento anche l’inchiesta dei ricercatori open source del sito investigativo Bellingcat, che all’inizio di quest’anno hanno scoperto come diversi agenti del Servizio di sicurezza federale, la principale agenzia di intelligence russa nota come FSB, avevano “pedinato sistematicamente” il politico prima di entrambi i malori che lo hanno colto. Gli agenti lavoravano per un istituto dell’FSB precedentemente legato all’avvelenamento di Alexey Navalny, oppositore storico di Putin ora in carcere e sopravvissuto a un attentato nell’agosto 2020.

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