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    Il villaggio dove gli smartphone sono vietati

    A Green Bank, un villaggio statunitense nel West Virginia, si vive senza tecnologia: cellulari, radio e forni a micro-onde sono vietati

    Di Lorena Cotza
    Pubblicato il 21 Mag. 2015 alle 09:55 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 08:04

    Nel villaggio americano di Green Bank il tempo si è fermato. Nessuno usa il cellulare, la radio trasmette solo due stazioni a bassa frequenza, il Wi-Fi e il Bluetooth sono vietati.

    Green Bank si trova nel cuore della National Radio Quiet Zone, un’aria di circa 35mila chilometri quadrati nello stato americano del West Virginia, negli Stati Uniti.

    Per non interferire con i radiotelescopi del National Radio Astronomy Observatory, che captano i segnali provenienti dalle regioni più remote della nostra galassia, nell’area non è consentito l’utilizzo di apparecchi che generino un campo elettromagnetico.

    La sensibilità del radiotelescopio è tale da percepire l’equivalente dell’energia prodotta da un fiocco di neve che cade. Per operare, però, ha bisogno di un silenzio totale del campo elettromagnetico.

    Basta un segnale radiofonico troppo forte per oscurare quelli impercettibili provenienti dall’universo. Per questo le regole contro le frequenze elettromagnetiche sono ferree, in particolar modo nell’area nel raggio di dieci chilometri dal radiotelescopio.

    Green Bank ha appena 147 abitanti, abituati a vivere lontano dalle frenesie della vita moderna. Molti lavorano nel vicino laboratorio astronomico, altri si dedicano all’agricoltura e alla pastorizia.

    Il primo supermercato ha aperto cinque anni fa: prima di allora gli abitanti viaggiavano per oltre 40 chilometri per raggiungere il centro abitato più vicino. Ma negli ultimi anni il piccolo villaggio ha iniziato a diventare sempre più affollato: oltre una ventina di persone in fuga dalla tecnologia si sono trasferiti a Green Bank, il perfetto rifugio per i cosiddetti elettro-sensibili.

    “Quando sono vicino a un campo elettromagnetico, la mia faccia diventa rossa, mi viene mal di testa, la mia vista si indebolisce e concentrarmi diventa doloroso”, racconta alla BBC Diane Schou, una delle prime elettro-sensibili a essersi trasferita a Green Bank. “Vivere qui è l’unico modo per condurre una vita normale”.

    Gli elettro-sensibili affermano di essere particolarmente sensibili ai campi elettromagnetici generati da Wi-Fi, telefoni cellulari e radiofrequenze. I principali sintomi sono forti mal di testa, nausea, insonnia, dolori al petto e bruciori allo stomaco.

    In alcuni esperimenti, la correlazione tra segnali elettro-magnetici e malessere è stata provata, ma i campioni per ora sono poco rappresentativi e la maggior parte della comunità scientifica nega questo nesso e l’esistenza dell’elettro-sensibilità.

    L’organizzazione mondiale della Sanità ha proposto di includerla tra le “intolleranze ambientali”, termine usato per descrivere disturbi di cui non si riesce a definire l’origine. La Svezia è l’unico Paese che l’ha ufficialmente riconosciuta come disabilità invalidante.

    Diane Schou e suo marito Bert lavoravano insieme a un progetto di ricerca in una fattoria dell’Iowa prima di trasferirsi a Green Bank.

    Quando Diane iniziò a soffrire di forti mal di testa e nausea, dopo aver escluso altri possibili fattori, si rese conto che il malessere derivava da un’antenna telefonica vicina alla sua casa. Il dolore divenne così insostenibile che decise di costruire una gabbia di Faraday, in cui poter vivere completamente isolata dal campo elettromagnetico circostante.

    Quando un conoscente le parlò della National Radio Quiet Zone in West Virginia, Diane provò a trascorrere alcune notti a Green Bank. Accortasi che i sintomi erano scomparsi, decise di trasferirsi nel paesino.

    “Qui posso stare all’aria aperta e non devo stare nascosta in una gabbia di Faraday”, racconta Diane. “Posso vedere l’alba, guardare le stelle, stare sotto la pioggia. E posso socializzare con gli altri, perché nessuno porta il cellulare con sé.”

    La voce sul villaggio che vive ancora offline si è sparsa velocemente e oggi Diane è un punto di riferimento per gli elettro-sensibili nel mondo. Coloro che vogliono provare come si vive lontani dalla tecnologia, possono andare a farle visita e farsi ospitare per alcuni giorni.

    Green Bank, però, non può definirsi affatto come un villaggio anti-tecnologico. Paradossalmente, proprio qui si trova uno dei gioielli della tecnologia spaziale statunitense. Nella National Radio Quiet Zone sono stati costruiti nove radiotelescopi rotanti, fra cui quelli della stazione Sugar Grove, gestiti dall’Agenzia di Sicurezza Nazionale e utilizzati per programmi d’intelligence.

    La struttura principale nei pressi di Green Bank è il gigantesco Robert C. Byrd: con i suoi 147 metri, è il telescopio di questo tipo più grande al mondo. Riesce a intercettare segnali a bassissima frequenza, da parti dello spazio dove non arriva alcun tipo di luce. Negli ultimi anni, ad esempio, è stato utilizzato per studiare il nucleo fuso di Mercurio o seguire il percorso della sonda Cassini della Nasa in uno dei satelliti di Saturno.

    L’area dove costruire il radiotelescopio fu scelta dal governo statunitense nel 1957. Lontana da aree industriali, circondata da alte montagne, vicina a Washington DC e situata nel 38esimo parallelo, con una vista ideale sulla Via Lattea: Green Bank è il paradiso degli astronomi.

    Mantenere il silenzio elettromagnetico, però, non è affatto semplice. Nel 2007 l’Osservatorio ha creato il gruppo “Protezione dalle Interferenze”, un team di tecnici che monitorano e pattugliano costantemente l’area alla ricerca di segnali di disturbo.

    Un lavoro particolarmente difficile, perché i segnali “rimbalzano” e sono difficilmente localizzati. Come racconta un tecnico a The Washingtonian, alcuni anni fa si accorsero che il rumore di fondo percepito dagli strumenti proveniva dallo stomaco di un cane, che aveva inghiottito dei brandelli di una coperta elettrica.

    Ma nonostante le interferenze sembrino ormai onnipresenti, a Green Bank è ancora possibile limitarle. Per astronomi e tecnofobici, il villaggio offline è così diventato l’ultimo luogo negli Stati Uniti dove è ancora possibile ascoltare il suono dell’universo.

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