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    Il Papa e il Vaticano rispondono alle accuse di Viganò

    Credit: Getty Images

    "La verità è mite e silenziosa", replica Bergoglio, mentre la Santa Sede ricostruisce il caso dell'incontro tra il Pontefice l'attivista omofoba Davis

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 3 Set. 2018 alle 12:33 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:57

    Il Papa e il Vaticano hanno risposto alle accuse mosse dell’ex nunzio apostolico Carlo Maria Viganò, secondo cui la Chiesa dal 2006 è a conoscenza degli abusi sessuali compiuti dall’ex arcivescovo di Washington Theodor McCarrick.

    “La verità è mite, la verità è silenziosa”, ha affermato Bergoglio durante la celebrazione della messa nella cappella della Casa Santa Marta..

    “Con le persone che cercano soltanto lo scandalo, che cercano soltanto la divisione”, l’unica strada possibile è quella del “silenzio” e della “preghiera”, ha aggiunto il Papa.

    La Santa Sede è intervenuta sul caso con un comunicato firmato da padre Federico Lombardi e dal suo assistente di Thomas Rosica.

    La nota fa riferimento all’incontro tra il Pontefice e Kim Davis, l’attivista anti-matrimoni gay, avvenuto durante la visita di Francesco negli Stati Uniti nel 2015. L’incontro è al centro di un nuovo articolo pubblicato sul sito conservatore americano Lifesitenews.

    Nel comunicato del Vaticano si afferma che fu proprio Viganò a proporre al Papa il summit con Davis, pur sapendo le ripercussioni che tale meeting avrebbe avuto.

    La Santa Sede, continua la nota, decise di approvare l’incontro unicamente perché non era stata debitamente informata sul malumore che avrebbe generato.

    Padre Rosica ha spiegato che Viganò aveva detto loro che non era stata sua intenzione danneggiare il Papa con l’incontro con Davis.

    Tuttavia, quando padre Rosica ha chiesto spiegazioni a Viganò, volendo sapere se la visita fosse stata organizzata e approvata dal presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti di allora, costituita dall’arcivescovo Joseph E. Kurtz e dal cardinale arcivescovo di Washington Donald Wuerl, l’ex nunzio “non ha risposto”.

    Secondo quanto riportato da padre Rosica, Viganò avrebbe anche detto che: “il santo Padre nella sua paterna benevolenza mi ha ringraziato per la visita negli Stati Uniti ma ha anche detto che l’avevo ingannato portando quella donna nella nunziatura”.

    La responsabilità di quanto accaduto, continua padre Lombardi, e le conseguenze determinate dall’incontro con Davis sono state unicamente di Viganò.

    “Come nunzio, avrebbe dovuto conoscere meglio questa situazione”, dice Lombardi.

    L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha di recente pubblicato un dossier per chiedere le dimissioni del Papa a causa degli scandali sugli abusi sessuali compiuti dall’ex arcivescovo di Washington Theodor McCarrick.

    L’appello era arrivato mentre Papa Francesco è in visita in Irlanda, dove ha incontrato le vittime dei preti pedofili. Il Pontefice ha parlato di “crimini ripugnanti”, per la Chiesa e per lui stesso, “causa di sofferenza e di vergogna”.

    In un documento di 11 pagine, il prelato accusa Francesco dicendo che: “il Papa non poteva non sapere” degli abusi compiuti dall’ex arcivescovo di Washington Theodor McCarrick.

    “Sin dal 2006 i vertici della Chiesa sapevano degli abusi sessuali del cardinale Theodore McCarrick”, è l’accusa di Viganò, pubblicata da La Verità.

    L’ex nunzio apostolico sostiene che Bergoglio avrebbe ignorato gli abusi sessuali.

    Viganò ha ragioni di risentimento personale nei confronti di Papa Francesco, essendo stato allontanato da Roma per decisione di Benedetto XVI mentre aspirava a diventare cardinale presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.

    Neanche Papa Francesco ha esaudito questo desiderio, limitandosi a mandarlo in pensione anticipatamente nel 2016 al compimento dell’età canonica delle dimissioni.

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