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    La verità inquietante sulla domestica lasciata cadere dalla finestra dalla sua datrice di lavoro

    Secondo le prime testimonianze, la donna aveva tentato il suicidio, ma ora ha dichiarato che stava cercando di sfuggire agli abusi della sua datrice di lavoro

    Di TPI
    Pubblicato il 4 Apr. 2017 alle 11:21 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 08:20

    Negli ultimi giorni di marzo un video aveva scioccato moltissime persone, diventando virale in rete. Mostrava una donna in Kuwait che aveva filmato la sua domestica etiope mentre questa cadeva dalla finestra del suo appartamento al settimo piano, senza prestarle soccorso. 

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    Secondo le prime testimonianze, la donna aveva tentato il suicidio, ma nel momento in cui si era trovata in pericolo aveva urlato: “Afferrami, afferrami!”, probabilmente per un ripensamento. Subito dopo aveva perso la presa ed era scivolata sulla copertura metallica sottostante.

    Incredibilmente, la donna era sopravvissuta, venendo ricoverata in ospedale con un braccio rotto e ferite non gravi. Questo il video del momento in cui i paramedici e i vigili del fuoco aiutano la donna a scendere da una scala:

    Ora un nuovo video, pubblicato dall’agenzia di stampa etiope Ecadf mostra la donna convalescente in un letto d’ospedale. Il sito Middle East Eye riporta le parole della donna, che ha dichiarato che non si trattava di un tentativo di suicidio, ma che stava cercando di sfuggire a un tentativo di omicidio da parte della donna per cui lavorava.

    “La signora mi ha chiuso in bagno e stava per uccidermi senza che nessuno potesse scoprirlo”, dichiara la donna. “Avrebbe gettato il mio corpo come fosse spazzatura, così invece di restare lì ho cercato di salvarmi e poi sono caduta”.

    Un report di Human Rights Watch afferma che non si tratta della prima volta in cui un lavoratore domestico tenta la fuga o il suicidio. La stampa del Kuwait riferisce spesso di “tentativi di suicidio” nel paese.

    Solo nel 2009, Human Rights Watch ha contato otto donne per le quali si era parlato di “tentato suicidio”, ma che in realtà stavano cercano di sfuggire agli abusi dei loro datori di lavoro.

    Nel paese ci sono circa 600mila collaboratrici domestiche, soprattutto di origine asiatica, che spesso denunciano abusi, maltrattamenti e sfruttamento da parte dei loro datori di lavoro. Centinaia di queste lavoratrici tentano la fuga ogni anno cercando rifugio nelle ambasciate. 

    Secondo la legge locale, nel caso venisse confermata la versione della datrice di lavoro, il comportamento di questa sarebbe punibile con soli tre mesi di reclusione perché avrebbe deliberatamente evitato di soccorrere la donna. 

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