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    L’Europa offre 1,9 miliardi ai paesi africani per gestire i migranti

    I leader di oltre 60 Paesi africani ed europei sono a Malta per trovare una soluzione all'emergenza dei migranti

    Di TPI
    Pubblicato il 11 Nov. 2015 alle 16:45 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:05

    I leader di oltre 60 Paesi africani ed europei sono riuniti nella città della Valletta, a Malta, per discutere l’emergenza migranti. L’incontro era stato fissato dopo che a metà aprile 2015 oltre 800 migranti avevano perso la vita nel Mediterraneo.

    La Commissione europea ha stabilito che offrirà 1,9 miliardi di euro agli stati africani da cui partono i migranti per gestire il rientro delle persone che non hanno ottenuto il visto nell’eurozona e agevolarne il re-inserimento nelle società delle rispettive nazioni.

    In cambio, l’Europa chiede che la lotta contro i trafficanti umani venga intensificata, che i passaporti diventino più difficili da falsificare e che i cittadini africani vengano registrati alle anagrafi locali in maniera sistematica.

    L’Unione europea garantirà maggiore apertura ai migranti, tramite l’istituzione di borse di studio e di visti temporanei. Più di un milione di persone avrebbe fatto domanda d’asilo in Europa, secondo la Commissione. 

    L’Unione europea ha già stretto patti con diversi stati africani per far rientrare in patria i migranti, ma ci sono ancora difficoltà, come nel caso del Marocco, che dal 2003 si rifiuta di siglare un’intesa.

    I leader africani temono che con il rientro di molti migranti illegali calino le entrate economiche che i cittadini africani periodicamente inviano alle proprie famiglie dall’Europa.

    Questo tipo di fondi è fondamentale per il continente africano, al fine di far fronte al problema della povertà estrema di alcune aree, scrive il Wall Street Journal.

    La Banca mondiale ha registrato 11,2 miliardi di dollari inviati nel 2014 da cittadini subsahariani in patria, ma secondo l’organizzazione internazionale la cifra effettiva sarebbe molto più elevata.

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