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    Vaccini, 50 europarlamentari chiedono di istituire un “Cern della salute” per tutelare l’interesse pubblico

    Credit: Unsplash
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 4 Apr. 2024 alle 19:53 Aggiornato il 4 Apr. 2024 alle 19:57

    Non è ancora tramontata l’ipotesi di istituire un’infrastruttura europea pubblica per gestire le politiche relative a farmaci, vaccini e ricerca biomedica nello spazio comunitario. Dopo il quasi affossamento di due settimane fa in Commissione Envi, la proposta torna a galla in vista del voto dell’Europarlamento, previsto per il 10 e l’11 aprile.

    Un gruppo di cinquanta eurodeputati di diversi partiti ha infatti presentato un emendamento al regolamento della legislazione farmaceutica europea che rilancia appunto la creazione di quello che è stato ribattezzato il “Cern della salute”.

    Primi firmatari della proposta sono gli italiani Alessandra Moretti, Brando Benifei e Patrizia Toia, del gruppo dei Socialisti e Democratici, affiancati da colleghi di diverse nazionalità, tra i quali molti socialisti ma anche diversi esponenti dei gruppi della Sinistra, dei Verdi, dei liberali di Renew, dei non iscritti e di una esponente del Partito popolare europeo.

    Lo scorso 20 marzo la Commissione Envi del Parlamento Ue ha votato i rapporti sulle proposte di direttiva e di regolamento per la revisione della legislazione farmaceutica europea. E l’accordo raggiunto ha sostanzialmente sacrificato l’impegno a realizzare l’infrastruttura sanitaria. Ma con l’emendamento presentato oggi la proposta torna in campo.

    L’obiettivo è istituire una European Medicines Facility, ossia un’infrastruttura in grado di affermare le priorità sanitarie dell’Unione nell’interesse pubblico e di indirizzare la ricerca e lo sviluppo di farmaci, in particolare quelli non abbastanza sviluppati dall’industria farmaceutica privata o i cui prezzi sono insostenibili. Non si tratterebbe di uno strumento contrapposto all’industria farmaceutica, che potrà comunque beneficiare di numerosi incentivi confermati dal compromesso raggiunto in commissione Envi, ma di un soggetto autonomo nell’interesse pubblico.

    La proposta assume ancor più rilievo davanti all’indagine aperta dalla Procura europea sui messaggi scambiati tra la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, ai tempi dei negoziati tra Bruxelles e il colosso farmaceutico statunitense per l’acquisto di vaccini anti-Covid.

    Tra i più impegnati sostenitori del “Cern della salute” c’è il Forum Disuguaglianze e Diversità co-coordinato dall’ex ministro Fabrizio Barca. “È incoraggiante – osserva Massimo Florio dell’Università Statale di Milano e membro del Forum – che un gruppo nutrito di europarlamentari condivida l’utilità di una infrastruttura pubblica per i farmaci, la cui approvazione rappresenterebbe un enorme passo avanti nella costruzione di un’Europa della salute bene comune. L’iniziativa dei cinquanta europarlamentari dimostra che si tratta di un obiettivo realizzabile, oltre che un tassello irrinunciabile per la costruzione di un’Europa più giusta. Ci auguriamo che il Parlamento europeo non manchi l’opportunità di un nuovo approccio per affrontare la sfida dei bisogni medici insoddisfatti”.

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