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    Usa, Trump impone sanzioni contro la Cina per 60 miliardi

    Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

    Il presidente vuole rispondere ai presunti furti di segreti tecnologici tutelati da proprietà intellettuale operati da Pechino nei confronti di alcune aziende americane

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 23 Mar. 2018 alle 10:37 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:19

    Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato il 22 marzo 2018 sanzioni fino a 60 miliardi di dollari contro la Cina. “Questa è la prima di molte” azioni commerciali”, ha dichiarato Trump firmando il memorandum che impone le misure.

    Il provvedimento, come precisato alla vigilia dalla Casa Bianca mira a rispondere alla “aggressione economica” da parte di Pechino, perpetrata attraverso il furto e il trasferimento di segreti tecnologici e tutelati dalla proprietà intellettuale nei confronti delle aziende americane.

    Funzionari di Washignton hanno dichiarato di avere le prove che la Cina ha chiesto ad alcune statunitensi di creare partnership locali per entrare nel mercato cinese, come un modo per fare loro pressioni nel trasferimento tecnologico.

    La Casa Bianca è pronta a reagire denunciando anche che questi furti hanno determinato la perdita di migliaia di posti di lavoro.

     

    Le sanzioni contro la Cina colpiranno le importazioni di merci cinesi, includendo un centinaio di categoria di beni, tra cui scarpe, abbigliamento ed elettronica. Il presidente Trump vuole anche imporre restrizioni agli investimenti cinesi negli Stati Uniti per contrastare l’ambiziosa politica industriale di Pechino, che mira a dominare settori all’avanguardia come l’intelligenza artificiale e la tecnologia mobile.

    Il principale negoziatore commerciale americano, Robert Lighthizer, ha detto ai membri del Congresso che gli Usa stanno cercando di mettere “la massima pressione sulla Cina e la minima pressione sui consumatori statunitensi”.

    Mr Lighthizer ha affermato che proteggere la proprietà intellettuale è fondamentale per l’economia statunitense.

    “È una questione enormemente importante”, ha affermato Lighthizer. “Pensiamo che sia forse la cosa più importante che sarà stata fatta in termini di riequilibrio del commercio”.

    Durante la campagna elettorale del 2016 Trump aveva definito la Cina un “nemico economico” che “ha approfittato di noi come nessuno nella storia”.

    L’annuncio delle sanzioni contro Pechino arrivano alla vigilia dell’entrata in vigore dei dazi su acciaio e alluminio voluti da Trump su tutte le importazioni ad eccezione di quelle da Canada e Messico. Un tema su cui è forte l’opposizione dell’Unione europea.

    Il ministero del Commercio cinese ha duramente replicato all’annuncio della Casa Bianca, dicendosi “fortemente contraria all’unilateralismo e al protezionismo commerciale degli Stati Uniti”.

    Pechino critica l’utilizzo da parte di Washington della sezione 301 dello Us Trade Act, che permette l’imposizione di sanzioni.

    “La Cina non potrà mai ignorare i propri diritti e interessi legittimi e prenderà certamente tutte le misure necessarie” per la difesa dei propri interessi e diritti, ha sottolineato il mistero.

    Pechino accusa gli Stati Uniti di avere “ripetutamente abusato” delle regole del commercio internazionale, dopo un verdetto dell’Organizzazione Mondiale del Commercio contro i dazi anti-sussidi varati nell’era in cui alla Casa Bianca c’era il predecessore di Donald Trump, Barack Obama.

    Il quotidiano cinese China Daily, in un editoriale, chiede unità a tutti i paesi contro i rischio di una guerra commerciale, e avverte che “dal momento che gli Stati Uniti non sembrano ravvedersi, gli altri paesi dovrebbero smettere di sperare di essere risparmiati dai colpi protezionistici e diventare più risoluti a opporsi a essi”.

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