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    Usa, Trump: “Stop alle importazioni di petrolio dall’Iran per Italia e altre 7 nazioni”

    Donald Trump e Hassan Rouhani.

    Si tratta di una campagna politica di "pressione massima" da parte degli Usa di Trump nei confronti dell'Iran

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 22 Apr. 2019 alle 18:41 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:24

    Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che non rinnoverà le esenzioni per l’import di petrolio iraniano. Le esenzioni sarebbero scadute a inizio maggio. Tra gli otto Paesi cui erano state concesse le esenzioni c’era anche l’Italia.

    È quanto ha fatto sapere la Casa Bianca oggi stesso, precisando che questa decisione ambisce ad “azzerare l’export di petrolio iraniano, negando al regime la sua principale fonte di entrate”. Si tratta di una campagna politica di “pressione massima” da parte degli Stati Uniti di Trump nei confronti dell’Iran.

    Gli otto paesi sono Italia, Grecia, Taiwan, Cina, India, Turchia, Giappone e Corea del Sud. Così, ora, dal 2 maggio gli Usa non rinnoveranno le esenzioni di 180 giorni concesse alle otto nazioni, e in caso contrario scatteranno sanzioni nei loro confronti.

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    L’annuncio della Casa Bianca

    “L’amministrazione Trump e i suoi alleati sono determinati a sostenere ed espandere la campagna di massima pressione economica contro l’Iran per mettere fine all’attività destabilizzante del regime che minaccia gli Stati Uniti, i nostri partner ed alleati, e la sicurezza in Medio Oriente”, si legge in un comunicato della Casa Bianca.

    La decisione del presidente di eliminare le esenzioni “segue la designazione del corpo dei guardiani della rivoluzione come organizzazione terroristica straniera, dimostrando l’impegno degli Usa a spezzare la rete del terrore iraniano e a cambiare i comportamento maligno del regime”.

    Le reazioni dopo l’annuncio di Trump

    A Trump ha fatto eco anche il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, aggiungendo non sono previste proroghe in seguito alla naturale scadenza del primo maggio. L’amministrazione Trump è già in contatto con i paesi per intraprendere una via condivisa e alternativa al fine di rinunciare alle importazioni di petrolio da parte di Teheran.

    Annunciando lo stop alle esenzioni, infatti, la Casa Bianca ha sottolineato che “Usa, Arabia Saudita ed Emirati Arabi, tre dei più grandi produttori di energia, insieme ai loro amici ed alleati, sono impegnati ad assicurare che i mercati globali del petrolio restino forniti in modo adeguato”.

    “L’Arabia Saudita e altri paesi dell’Opec faranno più che colmare la differenza nel flusso di petrolio nelle nostre sanzioni complete contro il petrolio iraniano. All’Iran è stato dato un consiglio molto cattivo da parte di John Kerry (l’ex segretario di stato Usa con Obama, ndr) e dalle persone che lo hanno aiutato a portare gli Usa nel pessimo accordo sul nucleare iraniano”: è quanto riporta un tweet di Donald Trump, subito dopo il suo annuncio dello stop alle esenzioni nell’import del petrolio iraniano.

    Il presidente Usa, nel suo tweet, si è anche chiesto se nel perseguire l’accordo sul nucleare non ci sia stata “una grande violazione del logan act”, la legge che criminalizza i negoziati da parte di persone non autorizzate con governi stranieri in conflitto con gli Stati Uniti.

    La reazione della Cina

    La Cina, fra i principali importatori di petrolio dall’Iran, ha criticato la decisione di Trump. Pechino si oppone “alle sanzioni unilaterali e alla giurisdizione ad ampio raggio”, ha annunciato un funzionario governativo.

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