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    Sanzioni Usa contro l’Iran. Rohani: “Gli Stati Uniti vogliono una guerra psicologica contro il paese”

    Credit: Afp

    Il presidente iraniano ha commentato, in un discorso alla nazione, la reintroduzione delle sanzioni nel paese.

    Di Marta Facchini
    Pubblicato il 7 Ago. 2018 alle 08:01 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 17:56

    “Gli Stati Uniti vogliono lanciare una guerra psicologica contro l’Iran e creare divisioni tra la popolazione”. Così il presidente iraniano, Hassan Rohani, ha commentato in un discorso alla nazione la ripresa delle misure punitive statunitensi nei confronti di Teheran, entrate ufficialmente in vigore da martedì 7 agosto.

    “Non ha senso”, ha proseguito Rohani, facendo riferimento alle sanzioni che erano state rimosse dopo l’accordo sul nucleare del 2015, che prevedeva una significativa riduzione della capacità dell’Iran di arricchire l’uranio e la rimozione delle sanzioni internazionali imposte sull’economia iraniana. “Non si può negoziare nel momento stesso in cui ci sono sanzioni”, ha ribadito il presidente iraniano. “I negoziati non vanno d’accordo con le sanzioni, che colpiscono il popolo iraniano e anche le aziende straniere”.

    Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è detto invece “aperto” a raggiungere un nuovo accordo “più ampio” con l’Iran, non limitato solo al programma nucleare, ma in grado di affrontare “l’intero spettro delle attività maligne del regime, compreso il programma di missili balistici e il suo sostegno al terrorismo”. Il Tycoon, secondo fonti governative, si è detto “pronto a incontrare il presidente iraniano Hassan Rohani in qualunque momento”.

    Le nuove sanzioni, volute da Trump per fare pressioni sul governo iraniano e spingerlo ad abbandonare il suo programma nucleare, riguardano l’acquisto o l’acquisizione di dollari da parte del governo iraniano e il commercio di oro, insieme ad altri metalli preziosi, e software usati nel settore industriale. Sono colpite anche le transazioni legate al rial, la divisa iraniana, e le attività relative ai titoli di stato iraniani. Alcune sanzioni riguardano anche il settore dell’auto.

    Inoltre, è bloccata l’importazione negli Usa di tappeti e prodotti alimentari iraniani.

    Il 5 novembre 2018 l’amministrazione Usa varerà nuove sanzioni, rivolte a colpire petrolio, banche e i settori della cantieristica e delle spedizioni navali. Mentre saranno reinseriti nella lista nera centinaia di persone, compagnie di navigazione e aeree che erano colpite da sanzioni prima dell’accordo del 2015.

    Contro le nuove sanzioni ai danni dell’Iran si sono espressi l’Alto rappresentante per le politiche estere dell’Ue, Federica Mogherini, e i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Gran Bretagna.

    “Sta funzionando e sta realizzando il suo obiettivo, vale a dire assicurare che il programma iraniano rimanga esclusivamente pacifico, come confermato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) in 11 relazioni consecutive”, è quanto riportato in una nota congiunta firmata da Federica Mogherini, Jean-Yves Le Drian, Heiko Maas e Jeremy Hunt.

    “È un elemento chiave dell’architettura globale di non proliferazione nucleare, cruciale per la sicurezza dell’Europa, della regione e del mondo intero”.

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