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    Gli Stati Uniti hanno reintrodotto le sanzioni commerciali contro l’Iran

    Credit: Getty Images

    Dopo aver abbandonato a maggio del 2018 l'accordo sul nucleare iraniano, l'Amministrazione Trump ha deciso di introdurre nuove sanzioni in due diverse trance per dare alle aziende straniere il tempo di lasciare il paese

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 6 Ago. 2018 alle 18:15 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 17:56

    Il presidente Trump è pronto a introdurre nuovamente le sanzioni contro l’Iran dopo aver abbandonato a maggio l’accordo sul nucleare.

    Le sanzioni entreranno in vigore a partire dalla mezzanotte del 7 agosto 2018 e la loro applicazione sarà divisa in due fasi.

    La prima tranche sarà applicata “in toto” con l’obiettivo di aumentare la pressione economica contro il governo iraniano e impedire che continui a finanziare “attività malevole” in Medio Oriente.

    In questo caso, le sanzioni colpiranno il commercio di oro e metalli preziosi, alluminio, acciaio e interesseranno anche il settore automobilistico.

    Inoltre, l’Iran non potrà usare il dollaro americano per le transizioni e saranno revocati i permessi per l’esportazione negli Usa di i tappeti e cibo iraniano.

    Il governo statunitense ha anche bloccato gli acquisti di aerei e parti di aerei statunitensi.

    La seconda parte di sanzioni colpirà invece il petrolio, il settore dell’energia e le banche ed entrerà in vigore alla mezzanotte del 4 novembre.

    A seguito dell’abbandono del progetto sul nucleare iraniano da parte degli Usa, alcune aziende statunitensi e la francese Total hanno messo fine agli accordi con l’Iran.

    Il presidente Trump ha concesso dai 3 ai 6 mesi alle imprese operanti in Iran per ritirare i loro investimenti e trasferire le loro attività fuori dal paese, altrimenti saranno colpiti dalle sanzioni e il loro accesso al mercato statunitense sarà limitato.

    Contro le nuove sanzioni ai danni dell’Iran si sono espressi l’Alto rappresentante per le politiche estere dell’Ue, Federica Mogherini, e i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Gran Bretagna.

    L’accordo “sta funzionando e sta realizzando il suo obiettivo, vale a dire assicurare che il programma iraniano rimanga esclusivamente pacifico, come confermato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) in 11 relazioni consecutive”, è quanto riportato in una nota congiunta firmata da Federica Mogherini, Jean-Yves Le Drian, Heiko Maas e Jeremy Hunt.

    “È un elemento chiave dell’architettura globale di non proliferazione nucleare, cruciale per la sicurezza dell’Europa, della regione e del mondo intero”.

    I rappresentati di Unione europea, Francia, Germania e Regno Unito hanno anche rassicurato gli investitori.

    “Siamo determinati a proteggere gli operatori economici europei impegnati in attività legittime con l’Iran e ci impegniamo a lavorare, tra l’altro, sulla conservazione e il mantenimento di canali finanziari efficaci con l’Iran e sul proseguimento dell’esportazione di petrolio e gas dall’Iran”.

    Nonostante la reintroduzione delle sanzioni, il presidente americano, Donald Trump, ha affermato nuovamente di “restare aperto al raggiungimento di un accordo più ampio” con l’Iran che “affronti l’intero spettro delle attività maligne del regime, compreso il programma di missili balistici e e il suo sostegno al terrorismo”.

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