Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Una biologa italiana ha scoperto un bruco in grado di “smaltire” la plastica

    La scoperta è avvenuta quasi per caso. Il bruco è in grado di biodegradare il polietilene, una delle plastiche più resistenti e più diffuse al mondo

    Di TPI
    Pubblicato il 25 Apr. 2017 alle 16:36 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:20

    Appartiene al duo di scenziati Paolo Bombelli-Federica Bertocchini una delle scoperte che potrebbe rivoluzionare i problemi legati all’inquinamento e che potrebbe contribuire significativamente a risolvere la questione dello smaltimento della plastica.

    — Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

    I due ricercatori, provenienti l’uno dall’unviersità di Cambridge e l’altra dall’Istituto spagnolo di Biomedicina, hanno brevettato la scoperta e firmato un articolo sulla rivista specializzata “Current Biology” dichiarando di aver rintracciato una particolare specie di bruco in grado di biodegradare il polietilene, una delle plastiche più resistenti e più diffuse al mondo.

    La scoperta è avvenuta per caso grazie a un’osservazione della Bertocchini: mentre stava rimuovendo i parassiti dalle sue arnie, li aveva messi temporaneamente in una busta di plastica, che in poco tempo si è riempita di buchi. 

    Così la ricercatrice si è messa in contatto con Bombelli del dipartimento di biochimica dell’università di Cambridge e insieme hanno portato avanti l’esperimento: il 13 per cento della massa della plastica era stata divorata dall’insetto nel giro di 14 ore.

    Il bruco in questione è la larva della farfalla Galleria mellonella, utilizzata comunemente dai pescatori come esca.

    La sorpresa maggiore riguarda la capacità del bruco di trasformare chimicamente il polietilene in glicole etilenico, un composto organico molto usato come anticongelante.

    Secondo i ricercatori, questa capacità è un sottoprodotto delle abitudini alimentari dell’insetto.

    I ricercatori sperano che sia possibile giungere a una soluzione biotecnologica della gestione dei rifiuti di polietilene.

    “Il bruco sarà il punto di partenza”, hanno spiegato i due ricercatori al quotidiano britannico Bbc.”Dobbiamo comprendere i dettagli del modo in cui avviene questo processo. Speriamo di fornire la soluzione tecnica per ridurre al minimo il problema dei rifiuti di plastica”.

    Stiamo lavorando per ottenere una soluzione per salvare i nostri oceani, fiumi e tutto l’ambiente dalle inevitabili conseguenze dell’accumulazione della plastica”, ha affermato la Bertocchini. “Tuttavia, non dobbiamo sentirci giustificati a dissipare il polietilene deliberatamente nel nostro ambiente solo perché ora sappiamo come biodegradarlo”.

    — Non restare fuori dal mondo. Iscriviti qui alla newsletter di TPI e ricevi ogni sera i fatti essenziali della giornata

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version