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    Un risparmio inaspettato

    Ospitare i senzatetto salva la vita, ma è anche economicamente più conveniente di non far nulla. La scoperta in un nuovo studio

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 30 Mar. 2014 alle 08:22 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 09:02

    I ricercatori dell’università di Charlotte, nel Nord Carolina, hanno pubblicato di recente uno studio dall’esito inatteso che riguarda gli adulti cronicamente senzatetto. La ricerca è partita dallo studio degli 85 senzatetto alloggiati presso la struttura Moore Place, gestita dall’associazione Urban Ministry Center di Charlotte (UMC), in collaborazione con il governo locale. I ricercatori hanno rilevato che fornire a queste persone un alloggio ha condotto a un notevole risparmio sui costi delle spese sanitarie e giudiziarie che si sarebbero altrimenti dovute sostenere. In particolare in un anno si è registrato un calo del 78 per cento nel numero delle visite al pronto soccorso per i senzatetto, una riduzione del 79 per cento del numero di giorni trascorsi da loro in ospedale, nonché una riduzione del 70 per cento dei costi ospedalieri complessivi, che rappresentano un risparmio di 1,3 milioni di euro nel solo settore sanitario. Gli inquilini di Moore Place hanno anche trascorso 84 giorni in meno in carcere, con un calo del 72 per cento di arresti.

    La struttura è costata circa 4,3 milioni di euro tra l’acquisto del terreno e la costruzione. Gli inquilini sono tenuti a contribuire il 30 per cento del loro reddito (soprattutto servizi) come affitto. Il resto dei 10 mila euro all’anno mancanti per ogni inquilino è coperto da donazioni e da finanziamenti locali e federali. Tuttavia, secondo lo studio dell’università di Charlotte, tale spesa impallidisce in confronto ai costi che una persona cronicamente senzatetto comporta ogni anno per la società – che nel complesso superano i 28 mila e cinquecento euro in cure mediche, giudiziarie e di altre spese combinate.

    Carl Caldwell, un inquilino di Moore Place di 62 anni, sostiene che finché viveva per strada era abituato ad andare al pronto soccorso 5 o 7 volte a settimana, a tarda notte, in modo da poter passare la notte lì. “Non credereste alle mie fatture ospedaliere”, dice Caldwell, che non ha avuto un’assicurazione sanitaria per anni. Dopo essere stato un insegnante per 30 anni, Carl è diventato senzatetto cinque anni fa, quando ha perso il suo lavoro e il suo compagno di stanza si è trasferito. “Moore Place mi ha salvato la vita”, racconta Caldwell, “Quando non hai una casa, sei dipendenti da tutti. Ora sono indipendente e posso dare indietro ciò che ho ricevuto”. Caldwell ha detto che adesso aiuta regolarmente i senzatetto e si è rimesso in contatto con i membri della famiglia con cui non parlava da anni.

    Prima riportata dal Charlotte Observer, la storia di Moore Place ha guadagnato l’attenzione internazionale quando l’Huffington Post ha riportato la notizia della ricerca universitaria. Oggi Moore Place non rappresenta solo un rifugio per i senzatetto, ma anche una grande opportunità. La struttura sta infatti consentendo agli ex senzatetto di trovare proprie fonti di reddito. Senza una casa, solo il 50 per cento di loro era in grado di generare un reddito. Un anno dopo essersi trasferiti, tale numero è cresciuto fino all’82 per cento. Inoltre dopo un periodo in media di 7 anni senza una casa, il 94 per cento degli inquilini originali ha mantenuto l’abitazione dopo 18 mesi, riuscendo ormai a pagare l’affitto nel 99 per cento dei casi.

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