I Governi europei si rifiutano di sanzionare Israele. Nella riunione di martedì 15 luglio del Consiglio degli Affari esteri dell’Unione europea, i ministri degli Esteri dei Paesi membri dell’Ue hanno bocciato la proposta di adottare iniziative contro lo Stato ebraico formulata dall’Alta rappresentante per la politica estera dell’Ue, l’estone Kaja Kallas.
Kallas ha sottoposto ai colleghi diplomatici di adottare – tutto o in parte – un documento contenente 10 opzioni di iniziative contro Israele, accusato di violare il diritto internazionale nella Striscia di Gaza. Tra queste, la sospensione dell’Accordo di associazione Ue-Israele, lo stop all’esenzione del visto per i cittadini israeliani che entrano nell’Ue, l’embargo sulle armi, il divieto di commercio con i coloni israeliani e l’emanazione di sanzioni personali contro i ministri del Governo del premier Banjamin Netanyahu.
Le azioni proposte dall’Alta rappresentante si basano sul fatto che lo Stato ebraico è accusato di aver violato l’articolo 2 dell’Accordo fra Israele e l’Ue, che vincola tale intesa al rispetto dei diritti umani. In particolare, su richiesta di alcuni Stati membri, il Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) – organo che fa capo alla Commissione europea – ha elaborato un rapporto in cui si sottolinea come Israele abbia lanciato sulla Striscia di Gaza “un’intensa campagna militare, che prevedeva l’uso di armi con effetti ad ampio raggio in aree densamente popolate e severe restrizioni all’ingresso e alla distribuzione di beni e servizi essenziali”.
“Israele ha il diritto all’autodifesa, ma ciò a cui assistiamo nella pratica va oltre l’autodifesa” e sta “minando decenni di principi umanitari”, ha commentato Kallas presentando il documento ai ministri degli Esteri europei.
Tuttavia, nessuna delle opzioni avanzate dall’Alta rappresentante ha ricevuto l’unanimità necessaria dei voti favorevoli. Solo la Spagna si è dichiarata a favore delle sanzioni, mentre i Paesi che più si sono opposti sono stati Germania, Ungheria e Italia.
Secondo l’ong Amnesty International, il rifiuto di adottare azioni contro Israele rappresenta “uno dei momenti più vergognosi nella storia dell’Ue” e un “tradimento crudele e illegale della visione e del progetto europeo”.
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