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    I seimila crimini di guerra di Putin: l’Ucraina avvia le indagini sulle atrocità commesse dai militari russi

    Di Almerico Bartoli
    Pubblicato il 13 Apr. 2022 alle 13:19

    Le truppe russe hanno commesso almeno 6mila crimini di guerra dall’inizio dell’invasione, tra cui l’uccisione di massa di civili e numerosi stupri. Lo ha reso noto ieri l’ufficio della procura dell’Ucraina annunciando l’avvio delle indagini. Il procuratore generale ha confermato la morte di 186 bambini dall’inizio della guerra il 24 febbraio scorso, nonostante il presidente russo Vladimir Putin abbia negato a più riprese di aver colpito obiettivi civili.

    Complessivamente sono stati segnalati 6.036 crimini di guerra e il governo ucraino ha creato anche un portale per tenere traccia e documentare le azioni di eccessiva brutalità in tempo di guerra da parte dei militari russi, che includono attacchi militari deliberati su civili pacifici, colpire infrastrutture civili, uccidere donne e bambini e prendere di mira le missioni umanitarie.

    Rivolgendosi al parlamento lituano, ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che gli investigatori hanno ricevuto rapporti su “centinaia di casi di stupro” nelle aree occupate in precedenza dalle truppe russe. Ha anche rivelato per la prima volta delle prove di abusi su minori da parte dei soldati di Putin. Parlando in videoconferenza ha detto: “Nelle aree liberate dagli occupanti, la registrazione e le indagini sui crimini di guerra commessi dalla Russia proseguono. Quasi ogni giorno troviamo nuove fosse comuni. Sono stati riportati centinaia di casi di abusi sessuali, anche su giovani ragazze, bambini molto piccoli e perfino su un bebé.”

    Kateryna Cherepakha, presidente dell’organizzazione per i diritti umani La Strada-Ukraine, ieri ha fatto sapere al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che “la violenza e lo stupro ora vengono utilizzati come arma bellica dagli invasori russi in Ucraina.” Mosca ha respinto queste accuse. Le tattiche brutali utilizzate dai militari russi sono state condannate dalla comunità internazionale, in particolare dopo il ritiro delle truppe da Bucha, dove sono emerse prove di violenze su civili legati, uccisi e gettati in mezzo alla strada. Almeno 403 persone hanno perso la vita nella cittadina.

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