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    Una donna ha ucciso il padre dopo aver trovato le foto pornografiche che le aveva scattato da piccola

    Barbara Coombes

    Per anni Barbara Collins è stata violentata da suo padre che controllava la sua vita in modo ossessivo trattandola come un oggetto sessuale e obbligandola a farsi fotografare in pose oscene da altri pedofili

    Di Gianluigi Spinaci
    Pubblicato il 19 Lug. 2018 alle 17:00 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:32

    Nel gennaio del 2006, all’età di 51 anni, Barbara Coombes entrò nella sua casa situata nel quartiere di Reddish, nella città di Stockport, nel Regno Unito, e trovò un’enorme raccolta di immagini pedopornografiche che appartenevano a suo padre.

    L’uomo, Kenneth Coombes, che aveva 87 anni, aveva scattato quelle fotografie a moltissimi bambini e anche a lei quando era ancora piccola.

    In quel momento nella donna è scattato qualcosa che le ha fatto rivivere gli orrori e gli abusi che aveva subito e a cui aveva assistito impotente.

    Per anni Barbara è stata violentata da suo padre che controllava la sua vita in modo ossessivo trattandola come un oggetto sessuale e obbligandola a farsi fotografare in pose oscene da altri pedofili.

    La sua vita è rimasta per sempre segnata dai traumi dell’infanzia e dell’adolescenza, che l’hanno condotta a una vita solitaria e l’hanno resa incapace di allacciare normali rapporti sociali.

    Nonostante tutto questo, Barbara era riuscita ad andare avanti, tentando di nascondere i propri fantasmi, fino a quando non ha trovato quelle fotografie.

    È andata in giardino, ha raccolto la pala con la quale aveva lavorato poco prima e l’ha scagliata sulla testa di suo padre con tutta la forza e la rabbia che aveva in corpo.

    Ha quindi completato l’opera sgozzando l’uomo e avvolgendo il suo cadavere in un tappeto, che ha poi sepolto sotto metri di terra nel suo giardino di casa.

    Barbara, da quel lontano 2006, ha continuato a vivere “normalmente” la sua vita, sollevata per essersi tolta quel pesante fardello che la opprimeva.

    Raccontò ai famigliari che suo padre Kenneth era morto per cause naturali e che era stato cremato dagli operatori dell’ospedale, continuando comunque a percepire la sua pensione per un ammontare, nel corso degli anni, di circa 200mila euro.

    Fino al gennaio del 2018, quando, a dodici anni di distanza dall’omicidio, si è rivolta alla polizia e ha confessato il delitto.

    Non si è trattato però di un pentimento, ma solamente il tentativo di anticipare i risvolti di alcune indagini che erano state avviate in base ad alcuni sospetti avanzati sulla morte di suo padre.

    Capendo che il cerchio attorno a lei si stava stringendo, si è fatta avanti per prima per alleggerire la sua posizione.

    E così è stato: il giudice Timothy King l’ha condannata a 9 anni di reclusione, alla luce delle attenuanti dovute ai suoi disturbi post-traumatici da stress e alla grave depressione legata ai continui abusi subiti.

    In questo tweet viene mostrato per la prima volta il volto di Barbara Coombes e il giardino dove la donna ha sepolto il padre:

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