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    Il tutorial di make up per le donne sfigurate dall’acido

    Una ragazza indiana mostra al pubblico del suo blog come si trucca chi è stato sfregiato dalla sostanza corrosiva

    Di TPI
    Pubblicato il 25 Set. 2015 alle 10:57 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 23:23

    Reshma ha 19 anni e pubblica tutorial di make up sul suo blog, come tante altre ragazze della sua età che si ispirano alle trasmissioni televisive. Reshma, però, ha un pubblico particolare: le donne che come lei sono state sfigurate dall’acido.

    Il 19 maggio del 2014 stava andando a scuola insieme a sua sorella nella città di Allahabad, nel nord dell’India, per sostenere alcuni esami, quando suo cognato le ha raggiunte e ha gettato dell’acido solforico contro il suo viso.

    Reshma ha perso l’occhio sinistro, mentre il destro è stato fortemente compromesso. Il suo volto ora è sfigurato e pieno di cicatrici, nonostante le molte operazioni di chirurgia estetica costosissime a cui si è sottoposta.

    “Vedete quanto è facile liberarsi dei punti neri – dice al pubblico del suo blog – Facile come gettare acido contro il viso di una persona”.

    I suoi video non sono semplici tutorial di trucco, ma messaggi chiari e diretti per far comprendere al pubblico indiano e internazionale la pericolosità della diffusione dell’acido concentrato in India.

    Dopo aver mostrato come utilizzare un eyeliner, Reshma sembra voler dare anche indicazioni su dove acquistarlo: “Potete trovare ovunque l’eyeliner in vendita a cento rupie” dice infatti. Ma non si ferma qui: “Forse non sapete che potete acquistare anche l’acido concentrato per soli 30 rupie”, conclude.

    Cento rupie indiane corrispondono a circa un euro e 40 centesimi. Trenta rupie sono quindi 40 centesimi. Con questa cifra si può acquistare in un qualunque supermercato indiano una bottiglia di acido, venduta ufficialmente per la pulizia dei bagni, ma utilizzata almeno una volta al giorno per sfigurare una persona.

    Il video

    L’Acid Survivors Trust International (Asti), un’organizzazione con sede a Londra impegnata nella lotta contro questo tipo di violenze, ha calcolato che dal 2012 al 2014 le aggressioni di questo tipo sono aumentate del 250 per cento, raggiungendo la cifra di mille all’anno. Secondo il broadcast britannico BBC, il 90 per cento delle vittime è donna. 

    Reshma si batte insieme a Make love, not scars – Fate l’amore, non le cicatrici – l’associazione non governativa creata da una studentessa indiana per aiutare le vittime delle aggressioni, per l’eliminazione dal mercato comune dell’acido solforico. Proprio a questo riguardo, Reshma ha anche lanciato una petizione, già firmata da 240mila persone online, oltre a una raccolta fondi per sostenere la sua causa.

    L’impegno della ragazza non si esaurisce qui. Reshma ha anche scritto al primo ministro indiano per sensibilizzarlo sulla questione e per chiedergli una legge che preveda permessi specifici per l’acquisto dell’acido.

    In seguito a una decisione del governo, la sostanza in India è entrata recentemente a far parte della categoria dei veleni. Nonostante chi la utilizzi o venda debba ora rispettare una serie di regole previste dal Poison Act – la legge in questione -, in molte parti dell’India non ci sono controlli e le norme non vengono rispettate.

    Prima di gennaio 2013, nel Paese non esisteva alcuna legge che prevedesse sanzioni per questo tipo di attacchi. Oggi, nel codice penale indiano è stato inserito il reato di violenza con l’acido, punibile con il pagamento di una multa e la reclusione minima di dieci anni estendibile al carcere a vita.

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