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    Dopo due anni la Turchia revoca lo stato di emergenza

    Durante la recente campagna elettorale Erdogan aveva anticipato l'imminente fine dello stato di emergenza. Credit: Afp/ Evren Atalay / Anadolu Agency

    La misura introdotta dopo il tentato golpe del 2016 sarà ritirata il 9 luglio: lo ha annunciato il premier Yildirim, assicurando che nella nuova legislatura il parlamento avrà maggior influenza

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 5 Lug. 2018 alle 14:58 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:23

    Lunedì 9 luglio 2018 il governo della Turchia revocherà lo stato di emergenza in vigore nel paese da quasi due anni, dopo il tentato golpe.

    Lo ha annunciato oggi, giovedì 5 luglio, il premier Binali Yildirim, che proprio lunedì si insedierà per il suo secondo mandato da primo ministro.

    “Il nuovo governo sarà annunciato lunedì e lo stato di emergenza si concluderà”, ha dichiarato Yildirim, intervistato dall’agenzia di stampa statale Anadolu.

    Il premier ha precisato che domani 6 luglio sarà emanato un decreto che “includerà le misure necessarie per evitare la vulnerabilità nell’area dell’antiterrorismo una volta che lo stato di emergenza sarà terminato” e ha anche assicurato che nella legislatura che sta per iniziare il parlamento avrà maggiore influenza.

    L’imminente revoca dello stato di emergenza era stata anticipata dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan durante la recente campagna elettorale per il voto del 24 giugno.

    Lo stato di emergenza era stato dichiarato il 21 luglio 2016 in diretta televisiva dallo stesso Erdogan, dopo il fallito tentativo di colpo di stato della notte tra il 15 e il 16 luglio.

    In base all’articolo 120 della Costituzione turca, il provvedimento può essere introdotto, in caso di diffusi atti di violenza volti alla destrutturazione dell’ordine democratico, per un periodo non superiore ai sei mesi.

    Da allora lo stato di emergenza è stato prorogato più volte, l’ultima lo scorso marzo.

    Questa misura ha permesso al presidente Erdogan e al governo di scavalcare il parlamento nella promulgazione di nuove leggi e di limitare o sopprimere i diritti e le libertà personali.

    Lo scorso marzo le Nazioni Unite hanno diffuso un rapporto secondo cui l’estensione dello stato di emergenza in Turchia ha portato a violazioni “gravi” dei diritti umani nei confronti di “centinaia di migliaia di persone”.

    Il ministero degli Esteri turco ha risposto dicendo che l’indagine dell’Onu “contiene informazioni distorte e false”, “inaccettabili per la Turchia”.

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