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    La Turchia e gli Stati Uniti sono pronti alla cacciata dell’Isis da Raqqa

    Ankara e Washington stanno discutendo sul coinvolgimento delle forze locali nell'offensiva per espellere l'Isis dalla sua capitale siriana

    Di TPI
    Pubblicato il 8 Set. 2016 alle 14:54 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:04

    Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha fatto intendere che le sue forze e quelle americane sono pronte a espellere il sedicente Stato islamico dalla sua capitale in Siria, Raqqa.

    Erdogan ha riferito che, durante il G20 in Cina, il presidente americano Barack Obama ha parlato di un’azione congiunta contro il gruppo e il presidente turco si è detto pronto a parteciparvi.

    Il segretario della Difesa americano Ash Carter e l’omologo turco Fikri Isik si sono infatti incontrati giovedì 8 settembre 2016 per discutere dell’importanza del coinvolgimento di forze locali nello sforzo per sottrarre Raqqa all’Isis, una partecipazione fondamentale per il successo dell’intera operazione.

    Secondo un funzionario del dipartimento di Stato americano, le azioni delle forze armate turche lungo il confine con la Siria hanno contribuito a isolare progressivamente Raqqa, aprendo la strada all’offensiva per liberare la roccaforte dei miliziani estremisti.

    Le milizie sostenute dalla Turchia hanno espulso l’Isis dalla cittadina di confine di Jarablus, ma Ankara, che il mese scorso ha lanciato un’operazione sul suolo siriano, è interessata a colpire il gruppo tanto quanto a impedire l’avanzata delle forze curde.

    Questo rappresenta il nodo più problematico nella collaborazione tra Turchia e Stati Uniti, dato che i secondi sostengono le milizie curde che si oppongono sia all’Isis che alle forze del regime di Damasco.

    Infatti, Ankara ha dichiarato che dal suo punto di vista i curdi non dovranno prendere parte all’operazione su Raqqa. “La Turchia non permetterà che le forze dell’Ypg estendano il proprio territorio e potere usando l’operazione contro Daesh come scusa”, ha dichiarato Isik, aggiungendo che i combattenti curdi non si sono ancora ritirati a est del fiume Eufrate come avevano promesso di fare dopo l’operazione per sottrarre Manbij all’Isis.

    Mentre le forze turche penetrano in territorio siriano, la Russia, alleata del presidente siriano Bashar al-Assad si è detta profondamente preoccupata dall’iniziativa unilaterale di Ankara.

    Il segretario di Stato americano John Kerry e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov dovrebbero incontrarsi proprio in questi giorni per cercare un accordo su un nuovo cessate il fuoco in Siria.

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