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    La Turchia rimpatria illegalmente migliaia di profughi siriani, denuncia Amnesty

    L'ong accusa Ankara di non essere una nazione sicura per i richiedenti asilo

    Di TPI
    Pubblicato il 1 Apr. 2016 alle 12:33 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:45

    La Turchia ha illegalmente espulso migliaia di migranti verso la Siria. La denuncia arriva da un rapporto di Amnesty International, che ha raccolto le testimonianze di numerosi siriani in Turchia, soprattutto nelle province di confine.

    Queste espulsioni secondo Amnesty sono la prova dei pericoli dell’accordo tra Unione europea e Turchia. Ankara ha accettato questo mese di prendere indietro tutti i migranti e i rifugiati arrivati illegalmente in Grecia in cambio di aiuti economici, agevolazioni nei visti per i cittadini turchi e l’impegno a riavviare del processo di adesione all’Unione europea.

    Il rapporto di Amnesty evidenzierebbe tuttavia come la Turchia non sia una nazione sicura per i richiedenti asilo. In molti casi, accusa Amnesty, ai migranti è stata anche negata la registrazione che attribuisce lo status di protezione temporanea, necessario per accedere ai servizi minimi, dalla sanità all’educazione.

    “Nel loro disperato tentativo di sigillare i confini, i leader europei hanno semplicemente ignorato il più semplice dei fatti: ovvero che la Turchia non è un paese sicuro per i rifugiati e sta diventando sempre meno sicuro giorno dopo giorno”, sostiene John Dalhuisen, direttore di Amnesty per l’Europa e l’Asia centrale.

    Il ministro degli esteri turco ha negato che i profughi siriani siano stati rimpatriati contro la loro volontà: “La Turchia negli ultimi cinque anni ha adottato una politica di porte aperte nei confronti dei rifugiati siriani e ha rispettato il principio di non rimpatriare una persona in un paese se questo implica una grave minaccia alla sua incolumità”.

    Ma le testimonianze raccolte da Amnesty raccontano un’altra verità. Da metà gennaio le autorità turche avrebbero attuato rimpatri forzati di uomini, donne e bambini con un ritmo di cento profughi al giorno. 

    In base all’accordo tra l’Unione europea e la Turchia, Ankara dal 4 aprile dovrebbe accogliere i migranti mandati indietro dalla Grecia. “Se va tutto avanti come previsto, c’è il rischio molto serio che alcuni di loro facciano la stessa fine. Dopo la costruzione di una fortezza Europa, stiamo assistendo alla costruzione di una fortezza Turchia”, è l’allarme di Amnesty.

    L’obiettivo sarebbe quello di chiudere una delle principali rotte attraverso la quale l’anno scorso milioni di migranti e rifugiati si sono riversati in Grecia attraversando il Mar Egeo prima di proseguire il loro viaggio fino alla Germania o la Svezia.

    Ma se i rimpatri forzati proseguono, il business dei trafficanti degli esseri umani che chiedono ai rifugiati circa mille dollari a testa per aiutarli ad attraversare illegalmente il confine sarebbe nuovamente alimentato.

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