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    La Turchia ha lanciato un’operazione militare contro i curdi in Siria

    Veicoli militari turchi al confine con la Siria, parte dell'operazione "Olive Branch", nella regione di Afrin. Credit: Emin Sansar/ Anadolu Agency/ Afp
    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 21 Gen. 2018 alle 16:07 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:24

    Le truppe di terra turche hanno attraversato il confine con la Siria come parte della campagna di Ankara per sottrarre l’area di confine al controllo dei combattenti curdi.

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    Il primo ministro turco Binali Yildirim ha detto che l’obiettivo era quello di stabilire una “zona sicura” di 30 chilometri in profondità in Siria.

    La Turchia ha lanciato la sua operazione “Olive Branch” contro le milizie curde Ypg, Unità per la protezione del popolo curdo siriano, nella regione di Afrin con attacchi aerei iniziati giovedì 18 gennaio.

    La mossa di Ankara rischia di aumentare le tensioni con gli Stati Uniti, che sostengono le milizie Ypg contro i jihadisti del sedicente Stato islamico.

    I curdi hanno negato che le truppe turche fossero arrivate ad Afrin, sostenendo di aver respinto gli attacchi.

    “Tutti gli attacchi terrestri dell’esercito turco contro Afrin sono stati respinti e le truppe sono state costrette a ritirarsi”, ha detto Nouri Mahmoudi, portavoce del gruppo.

    Il presidente Erdogan ha promesso di prendere il controllo di Afrin e poi della vicina città di Manbij. “Ci libereremo di questi terroristi disordinati che cercano di invadere il nostro paese”, ha detto lui.

    Ma i rischi di questa operazione sono enormi: l’offensiva pone la Turchia contro gli Stati Uniti, alleati Nato.

    La Russia, che ha truppe nella zona, ha invitato alla moderazione. Il ministero degli Esteri russo ha dichiarato di essere preoccupato e insieme al suo omologo statunitense, Rex Tillerson, hanno parlato di “misure da adottare volte a garantire la stabilità nel nord del paese”.

    Mosca è un alleato chiave del presidente siriano Bashar al-Assad e finora ha avuto un contingente di soldati all’aeroporto di Afrin.

    Il regime siriano ha avvertito che operazioni militari simili sarebbero state viste come una violazione della sovranità della Siria.

    Circa mezzo milione di persone sono state uccise nella guerra siriana dal 2011 a oggi. Con l’apertura di questo nuovo fronte, il pericolo è che il numero aumenti ancora.

    Le milizie della YPG sono state fondamentali nella battaglia contro lo Stato islamico in Siria.

    La Turchia ritiene che il gruppo abbia legami con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), considerato illegale e terrorista.

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