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    La Turchia non ritirerà i propri soldati dall’Iraq

    Il governo turco non dispiegherà nuove truppe sul territorio iracheno ma non richiamerà nemmeno quelle già presenti, contrariamente a quanto richiesto da Baghdad

    Di TPI
    Pubblicato il 8 Dic. 2015 alle 18:47 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:46

    La Turchia non ritirerà le sue truppe dal nord dell’Iraq, contrariamente alle insistenti richieste da parte del governo iracheno nelle ultime ventiquattro ore, secondo quanto ha dichiarato il ministro degli Esteri turco.

    Il capo della diplomazia turca Mevlut Cavusoglu ha insistito sulla sua posizione, affermando che Baghdad è da sempre a conoscenza del fatto che i soldati turchi sono in Iraq per addestrare le forze di sicurezza irachene nella lotta contro i miliziani dell’Isis.

    Anche il primo ministro della Turchia Ahmet Davutoglu ha riferito, durante un incontro con alcuni membri del suo partito, che i soldati turchi sono stati dispiegati in Iraq con la piena consapevolezza del ministero della Difesa iracheno e della polizia locale.

    Negli ultimi giorni però il governo di Baghdad ha negato di essere a conoscenza di una simile missione e l’8 dicembre ha chiesto alla Nato di fare pressione sulla Turchia, membro dell’alleanza atlantica, per far sì che ritiri le sue truppe dal paese.

    A inizio dicembre la Turchia ha inviato in un campo militare nei pressi della città irachena di Mosul un contingente di soldati pesantemente armati.

    Ciononostante, anche a causa delle recenti tensioni in Medio oriente in cui Ankara è direttamente coinvolta e in seguito alle richieste da parte di Baghdad di ritirare i suoi soldati, la Turchia ha annunciato che non invierà nuove truppe sul territorio iracheno per l’imminente futuro.

    LA POSIZIONE DELLA RUSSIA SULLA VICENDA 

    La Russia, ancora arrabbiata per la vicenda dell’abbattimento di un suo aereo da guerra da parte dei jet turchi al confine tra Siria e Turchia, ha annunciato che la presenza delle forze armate turche in Iraq sarebbe illegale.

    Pertanto il Cremlino ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu, di cui fa parte, di convocare colloqui a porte chiuse per discutere dell’azione militare turca in Siria e in Iraq.

    LA CRISI TURCHIA-RUSSIA

    Mentre l’attenzione negli ultimi giorni si è focalizzata sulla disputa con l’Iraq, il premier turco Davutoglu ha sottolineato che il deteriorarsi della crisi con la Russia rimane al primo posto nell’agenda politica di Ankara. Il governo turco ha infatti discusso possibili sanzioni da attuare nei confronti di Mosca.

    La Russia ha già da giorni annunciato sanzioni economiche, principalmente di natura economica, contro la Turchia da quando il suo aereo da guerra è stato abbattuto (ne avevamo parlato qui).

    Leggi il punto Che succede tra Russia e Turchia 

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