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    La Turchia accusata di torturare i detenuti

    Secondo le testimonianze che iniziano a emergere, nelle carceri turche si consumano abusi e violenze di ogni tipo, ma Ankara nega con forza

    Di TPI
    Pubblicato il 28 Nov. 2016 alle 17:55 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:35

    Mentre proseguono le purghe volute dal presidente Recep Tayyip Erdogan dopo il fallimento del colpo di stato dello scorso luglio — con oltre 120 mila persone rimosse o sospese dai loro incarichi nel settore pubblico e più di 30 mila arresti  si diffondono testimonianze di violenze subite dalle persone sospettate di essere simpatizzanti, se non sostenitori, dei golpisti, e in particolare del religioso Fethullah Gulen, considerato l’ispiratore dietro al tentativo di rimuovere Erdogan.

    Organizzazioni per la difesa dei diritti umani, come Amnesty International e Human Rights Watch (Hrw), hanno ricevuto quelli che ritengono essere rapporti credibili su torture di ogni tipo, inclusi stupri, perpetrati ai danni dei detenuti, in un momento in cui lo stato di emergenza consente deroghe importanti in materia di indagini e arresti, permettendo, per esempio, di estendere la custodia cautelare da quattro a 30 giorni o di negare accesso a una consulenza legale per cinque giorni.

    I racconti che emergono, diffusi anche dalla Bbc, parlano di pestaggi estremamente violenti, di abusi fisici e psicologici.

    Dopo la pubblicazione dell’indagine di Hrw sulla violazione dei diritti umani nel paese, i ministri turchi della Giustizia e dell’Interno hanno liquidato le accuse come calunnie infondate e ribadito l’impegno di Ankara al rispetto più rigoroso dello stato di diritto.

    L’inviato speciale delle Nazioni Unite per la tortura lavorerà questa settimana al suo rapporto sulla situazione in Turchia, per verificare se effettivamente il governo stia infrangendo il diritto internazionale. La tortura, infatti, è vietata in modo assoluto senza deroghe, pure in caso di stato di emergenza o di guerra.

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