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    “Sanctions are coming”: il presidente Trump annuncia il ripristino delle sanzioni contro l’Iran

    Il presidente Trump

    Dopo l'abbandono dell'accordo sul nucleare, l'amministrazione americana ha confermato il ripristino di tutte le sanzioni che erano state eliminate dopo la firma dell'intesa con l'Iran. Otto paesi potranno continuare a comprare il petrolio da Teheran

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 3 Nov. 2018 alle 10:40 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:48

    Il 2 novembre 2018 il presidente Trump ha annunciato che il 5 novembre saranno reintrodotte tutte le sanzioni contro l’Iran che erano state rimosse in precedenza come parte dell’accordo sul nucleare firmato nel 2015.

    Per l’occasione, il Tyacoon ha pubblicato su Twitter una foto che richiama la serie tv Game of Thrones.

    Il presidente Donald Trump ha abbandonato l’accordo sul nucleare a maggio 2018, a causa dei “gravi difetti” che secondo lui sono presenti all’interno del testo.

    L’accordo prevedeva che l’Iran limitasse le sua attività nucleari in cambio della fine delle sanzioni imposte dagli Usa contro il paese.

    Barack Obama, l’allora presidente americano che ha firmato gli accordi, aveva sostenuto che in questo modo si sarebbe impedito all’Iran di sviluppare armi nucleari.

    La risposta dell’Ue – Anche il Regno Unito, la Francia, la Germania, la Russia e la Cina hanno aderito all’accordo del 2015 e hanno cercato fino all’ultimo di far cambiare idea al presidente Trump.

    I 5 paesi hanno anche promesso di dar vita ad un nuovo sistema di pagamento per mantenere in piedi gli accordi commerciali presi con l’Iran e aggirare le sanzioni statunitensi.

    Trump sostiene che i termini dell’accordo sia inaccettabili e che l’Iran è stato comunque in grado di sviluppare un programma di missili balistici e di intervenire nei paesi limitrofi, tra cui Siria e Yemen.

    Le esenzioni – Il presidente americano però ha deciso di non penalizzare otto paesi, a cui sarà consentito continuare ad importare petrolio dall’Iran.

    Secondo Bloomberg, i paesi che potranno godere di queste esenzioni anche dopo il 5 novembre sono Turchia, Giappone, India e Corea del Sud.

    Anche la Cina sarebbe inclusa nel gruppo, ma sembra che siano ancora in corso discussioni con gli Usa sulle condizioni dell’accordo.

    Secondo stime interne dell’amministrazione Usa, le esportazioni iraniane si sono già ridotte da 2,7 milioni a 1,6 milioni di barili al mese.

    La risposta dell’Iran – Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Bahram Ghassemi ha dichiarato che l’Iran non è preoccupato dalla reintroduzione di nuove sanzioni che interesseranno il settore finanziario e petrolifero.

    “L’America non riuscirà a condurre alcuna misura contro la nostra nazione grande e coraggiosa. Abbiamo la conoscenza e la capacità per gestire gli affari economici del paese” ha dichiarato il ministro Ghassemi alla televisione di Stato.

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