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    Trump accetta la nomination e attacca Clinton: prima di lei, l’Isis non era sulle mappe

    Dopo aver accettato ufficialmente la candidatura alla presidenza degli Stati Uniti, Trump promette un’America più prospera e sicura

    Di TPI
    Pubblicato il 22 Lug. 2016 alle 10:48 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:51

    Donald Trump ha accettato ufficialmente la candidatura alla presidenza degli Stati Uniti durante la convention repubblicana di Cleveland, in Ohio.

    Attraverso il suo discorso finale, Trump ha rimarcato i controversi concetti che sono stati il leitmotiv di tutta la sua campagna elettorale per le primarie del partito. Il magnate americano ha quindi promesso in modo generico che la sua presidenza metterà al centro delle priorità l’America e le persone comuni.

    Fra i punti toccati, il candidato repubblicano ha parlato di sicurezza, parlando delle minacce da lui ritenute più gravi, ovvero quelle dell’islamismo radicale e dei migranti illegali.

    “Riporteremo il nostro paese alla sicurezza, alla prosperità e alla pace”, ha dichiarato, “saremo una nazione di generoristà e calore. Ma saremo soprattutto una nazione di ordine e legalità”.

    Ha poi attaccato la sfidante democratica Hillary Clinton per il suo operato da segretario di Stato e da senatrice, ma anche per le sue proposte elettorali: “L’America è molto meno sicura e il mondo è molto meno stabile da quando il presidente Barack Obama ha deciso di affidare a Hillary Clinton la politica estera degli Stati Uniti. Se andiamo a vedere i fatti, nel 2009, prima di Hillary, l’Isis non c’era sulle mappe”.

    In contrapposizione alla politica di Clinton, suscettibile di causare “morte, distruzione, terrorismo e debolezza”, Trump ha insistito nuovamente sulla costruzione di un muro tra gli Usa e il Messico per fermare immigrazione illegale e traffico di droga.

    Ha anche promesso di mettere fine ai trattati commerciali che “hanno distrutto la classe media”, esaltando un approccio americanista e criticando gli effetti delle politiche globaliste attuate da otto anni di presidenza democratica.

    Nonostante l’intero discorso fosse diretto alla pancia dell’America “bianca”, Trump, ormai in vista delle presidenziali, è consapevole che per vincere è necessario ottenere il consenso delle minoranze. Ha quindi toccato i temi dei diritti Lgbt, promettendo protezione dalle violenze e dalla discriminazione, e del livello di disoccupazione e povertà degli afroamericani.

    In particolare, parlando della comunità Lgbt in chiave di valori americani, ha dichiarato: “Farò tutto ciò che è in mio potere per proteggere i cittadini Lgbt dalla violenza di qualsiasi odiosa ideologia straniera”.

    Trump ha infine aggiunto che riuscirà a creare milioni di nuovi posti di lavoro e benessere per tutti.

    L’evento dell’investitura ufficiale è stato boicottato da molte figure di spicco del partito repubblicano, in particolare a causa della retorica del candidato, ritenuta estremista e razzista, e per la sua personalità conflittuale che lo ha visto scontrarsi pesantemente con molti politici all’interno del partito.

    Il suo rivale alle primarie e senatore Ted Cruz, ieri 21 luglio si era rifiutato di dare il suo appoggio pubblico alla candidatura di Trump alle elezioni di novembre 2016. Cruz è stato quindi contestato dai supporter di Trump, evidenziando una situazione ancora molto divisiva all’interno dell’elettorato repubblicano.

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