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    Trump licenzia la ministra della Giustizia contraria al Muslim Ban

    Sally Yates, ministra della Giustizia ad interim, aveva annunciato che i legali del suo dipartimento non avrebbero difeso l'ordine esecutivo firmato dal presidente

    Di TPI
    Pubblicato il 31 Gen. 2017 alle 08:13 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:03

    Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rimosso la ministra della Giustizia ad interim Sally Yates, dopo che questa ha messo in dubbio la legittimità del Muslim Ban, il controverso provvedimento che limita temporaneamente l’accesso dei cittadini provenienti da sette paesi a maggioranza musulmana negli Stati Uniti. 

    Yates aveva annunciato il 30 gennaio che i legali del suo ministero non avrebbero difeso l’ordine esecutivo firmato dal presidente il 27 gennaio, che ha suscitato proteste in tutti gli Stati Uniti e reazioni dai leader internazionali.

    Trump ha licenziato anche il reggente dell’ufficio Immigrazione e Dogane, Daniel Ragsdale, in carica dal 20 gennaio, senza tuttavia specificare le ragioni della decisione.

    La ministra Yates era stata nominata durante l’amministrazione Obama e ricopriva l’incarico temporaneo, in attesa della conferma della nomina del ministro scelto da TrumpJeff Sessions, da parte del Senato.

    Il posto di Yates è ora ricoperto dall’avvocato Dana Boente, anche lui nominato dalla precedente amministrazione, che tuttavia ha detto che farà rispettare il provvedimento di Trump.

    In un comunicato, la Casa Bianca ha detto che Yates ha “tradito” il dipartimento con la sua decisione.

    Intanto anche l’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Zeid Ra’ad Al Husein si è schierato contro il Muslim Ban, definendolo “illegale” e “malvagio”, nonché un spreco di risorse nella lotta contro il terrorismo. “La discriminazione basata sulla nazionalità è proibita dal diritto umanitario”, ha detto Al Husein.

    Nelle ultime ore anche Barack Obama è intervenuto, interrompendo la consuetudine per cui gli ex presidenti evitano di commentare le decisioni dei loro successori.

    “Vedere cittadini che esercitano il loro diritto costituzionale di riunirsi e far sentire la loro voce da parte dei rappresentanti eletti è esattamente quello che ci aspettiamo quando i valori americani sono in gioco”, ha detto l’ex presidente Obama in una dichiarazione, senza citare direttamente il presidente Trump.

    Un sondaggio della Gallup indica che il presidente, insediatosi solo il 20 gennaio scorso, ha toccato dopo otto giorni un livello di gradimento al di sotto del 50 per cento, traguardo negativo che per alcuni suoi predecessori era giunto solo dopo tre anni di presidenza.

    — LEGGI ANCHE: Cosa prevede in pratica il divieto contro immigrati e musulmani voluto da Trump

    — LEGGI ANCHE: Tutti gli ordini esecutivi firmati da Trump finora

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